Un ramo di ulivo per la pace!

I fatti che sconvolgono da alcuni mesi la Terra Santa non possono essere estranei ai riti della settimana santa che stiamo per celebrare. Troppe sono le evocazioni di luoghi, di persone, di eventi legati a questa terra per non essere coinvolti, fosse anche solo emotivamente, a quello che si sta consumando oggi in quei luoghi.

Sembra che non esista più un confine tra il bene e il male, il rispetto dei diritti e la loro prevaricazione… Tutto è mescolato, in un amalgama mortifero, a volte impunemente equivocato, dove il male è considerato bene e viceversa.

I riti che celebreremo a partire dalla Domenica delle Palme sono un memoriale, una attualizzazione della Passione e morte di Gesù di Nazareth.

I rami di ulivo benedetto che oggi cercheremo di assicurarci presso le uscite delle chiese e che porteremo nelle nostre case, nella tradizione popolare sono considerati segno di pace e di benedizione.

Tenerli stretti tra le mani diventano una bandiera, un messaggio, un segno di riconoscimento: siamo quelli che, in nome di Gesù, vogliono essere promotori della pace…

Io, tu, lei… siamo un puntino di fronte agli 8 miliardi di persone che costituiscono l’umanità. Che effetto  può avere un mio gesto a favore della pace? Lo stesso di un lumino acceso in uno spazio buio, che però non è più buio!

Prendere l’ulivo benedetto, portarlo con noi, sarà il pegno per fare gesti e avere parole di pace, come il cuore ispirerà e come le circostanze personali chiederanno.

Se i riti  della settimana santa non riusciranno a coinvolgere la vita, resteranno soltanto delle rappresentazioni sacre, belle ma inefficaci.

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