Giona, ovvero una conversione «always in progress»

Alcuni giorni orsono (il 21.2.24, mercoledì della prima settimana di quaresima), la liturgia romana ci ha proposto la figura del profeta Giona, protagonista del libro omonimo, considerato dagli esegeti  una «parabola» o un midrash. Il libro di Giona infatti racconta la fatica della conversione: le resistenze nei confronti di Dio, la volontà di autonomia e la tentazione dell’autoannullamento, i progressi e le regressioni, la resa ma con riserva. È la storia di chi percepisce di stare a cuore a Dio, ma gli pesano tanta attenzione e tanta fiducia!

È la mia storia. E forse anche la tua.

Io sono Giona quando mi viene chiesto dalle circostanze, dalla mia condizione anche di consacrata, di occuparmi di altri soprattutto di quelli che potrebbero disturbare la mia routine, i miei programmi. Ninive è tutto ciò che non appartiene alla mia cultura, è chi non condivide i miei valori, è ciò che non entra nei miei parametri morali e religiosi.

Io sono Giona quando, come lui, scelgo la fuga non perché scappo ma perché tengo un profilo basso, vestito di umiltà, quando dichiaro la mia inidoneità a motivo dell’età, del carattere, dell’impreparazione, per risparmiarmi il possibile insuccesso, ma soprattutto per evitarmi lo sgambetto di Dio, che a me chiede coerenza ed obbedienza e Lui si riserva un finale di misericordia per tutti.

Io sono Giona quando scelgo il silenzio per non essere interlocutrice di nessuno: mi faccio e faccio da sola.

Io sono Giona quando attorno a me si scatena il finimondo perché Dio, stanco di essere inascoltato, passa dalle parole ai fatti, e io non lo capisco.

Io sono Giona quando prendo coscienza delle mie responsabilità e accetto il «processo» dei miei vicini; sono reo confesso ma non ancora pentita.

Io sono Giona anche quando vorrei poter chiudere la storia con Dio, perché mi sta esigendo troppo

Io sono Giona quando la mia voglia di disfarmi di Dio prende la forma di un pesce che mi inghiotte intera; sono Giona quando, anziché trovare la fine di tutto, contro ogni aspettativa sono riportata di fronte a Dio: lui è deciso a non lasciarmi perdere.

Io sono Giona quando finalmente rompo il silenzio con Dio, anche se è solo per dargli la colpa di tutto, per promettergli che lo loderò ma nel suo tempio, pur sapendo che è sempre sospesa e mai ritirata la sua richiesta che io vada a «Ninive».

Io sono Giona quando pur desiderando di convertirmi, sono ancora intrappolata nelle mie paure, nella mia idea di Dio.

Dio, infatti, non è buono solo con me, non si prende cura solo di me, ma di tutti e vuole servirsi di me per farlo sapere a tutti.

La conversione non è mai stata un miracolo, per nessuno e quindi nemmeno per me: è un processo e Dio, che è paziente e non ha fretta, mi aspetta.

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