Natale tra fiaba, cultura e verità umano-divina

Più le ore di luce si accorciano, più le giornate si fanno grigie per la nebbia e il maltempo, altrettanto paesi e città si affrettano a indossare i costumi del Natale, quasi si trattasse di una festa in maschera.

Prime su tutto irrompono, in mezzo a tanto grigiore, miriadi di luci danzanti.

Natale non è festa senza un eccesso di luci!

È un fenomeno culturale, si dice. Di fatto ha soppiantato una verità storica e teologica: «Veniva nel mondo la Luce che illumina ogni uomo», Gesù sole di giustizia.

Buone feste, martella la pubblicità e non più, buon Natale perché è un linguaggio confessionale. Lo scopo è per salvaguardare la laicità delle nazioni e rispettare la molteplicità delle religioni.

Il villaggio di babbo natale ha preso il posto del presepio. Babbo natale di Gesù bambino…

I tempi sono cambiati… è evidente! Quando, però, la nuova cultura cancella le origini e la memoria dei simboli del Natale, rischia di farlo purtroppo a scapito di qualcosa di antropologicamente fondante.

Il Natale di Gesù non è un racconto storico trasformato in fiaba, un evento culturale divenuto globale e di moda, è prima di tutto storia dell’umanità, è vita reale, ed apre alla speranza: Dio non ha in antipatia l’umanità, ma si mescola con essa.

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