In Maria di Nazareth gli opposti convivono

Di Maria di Nazareth, Luca ci dice, subito all’inizio del suo vangelo, due cose: ha un promesso sposo e ha una casa.

La prima immagine di Maria è quella, infatti, di una ragazza che ha già detto il suo sì, ma non a Dio, bensì ad un uomo concreto, a Giuseppe. Ha già delineato il suo futuro con lui, affidandosi a lui e confidando  in una reciproca crescita nell’amore.

La seconda immagine è quella della casa: l’angelo entrò da lei. Maria non svolge altre mansioni se non quelle di casa, in un piccolo villaggio della Galilea, a Nazareth.

Il suo è un progetto consueto, sposa e madre, ma nel momento in cui l’angelo la visita è aperto al futuro perché è ancora vergine ed è promessa sposa.

Dio fa irruzione in questa brevissima frazione di tempo che la separa dalle nozze, in questa fenditura, e pur nella continuità, crea una rottura. Le promette quello che già lei prevede come futura sposa, un concepimento, un figlio, …ma tutto avverrà in modo diverso da come aveva pensato.

Concepisce per intervento divino e partorirà un figlio a Giuseppe, al quale tocca il compito di dargli il nome.

Dio non ha intralciato i suoi piani, ne ha proposti e portato a compimento dei nuovi, lasciandone indietro altri. Maria è sempre vergine, cioè è la memoria di qualcosa che non si è compiuto.

In Maria gli opposti convivono: è al contempo ciò che è stata, senza occultare ciò che avrebbe potuto essere.

Così Dio opera nella mia realtà e la benedice: sono quella che sono e non sono quella che vorrei essere. Un aspetto non annulla l’altro.

 

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