Una colpevole debolezza (I quaresimali di don V. Grossi – 3)

«Mentre Pietro era giù nel cortile, venne una delle giovani serve del sommo sacerdote e, vedendo Pietro che stava a scaldarsi, lo guardò in faccia e gli disse: “Anche tu eri con il Nazareno, con Gesù”. Ma egli cominciò a imprecare e a giurare: “Non conosco quest’uomo di cui parlate”».

Non bastava per il Salvatore che uno dei suoi Apostoli lo tradisse, perché ve ne fosse poi un altro che lo rinnegasse?

Fu un cambiamento strano, quello di Pietro, una colpevole debolezza. Avendo visto Gesù catturato dai suoi nemici, temendo di essere anche lui arrestato, non solo negò il suo maestro, ma per esser meglio creduto adoperò imprecazioni e giuramenti. Eppure poco prima aveva detto a Gesù che non l’avrebbe abbandonato anche a costo della vita; non aveva avuto timore di gettarsi solo contro i soldati nell’orto. Adesso, trema, e preso da spavento, rinnega, impreca, giura di non conoscerlo. A San Pietro non era mancata la grazia, piuttosto egli era venuto meno a questa, per la sua presunzione!

Ma, dopo d’aver visto la condotta di  Pietro, poiché non è l’unico, consideriamo quale è la nostra: noi abbiamo rinnegato e rinneghiamo spesso Gesù. Ma come avviene questo?

Ho detto che si rinnega Gesù nei suoi esempi. Egli ha detto: «Vi ho dato l’esempio, come ho fatto io, fate anche voi» (Gv 13). S. Paolo voleva che la vita di Gesù si manifestasse nella vita dei cristiani (2Cor 4). E di questo aveva dato l’esempio, per cui poteva dire: «Non sono più o che vivo, ma Cristo vive in me» (Galati 2). Noi assomigliamo a Gesù? Abbiamo i suoi sentimenti riguardo alla povertà, all’umiltà, alle tribolazioni?

Ho detto che si rinnega Gesù nella sua croce. S. Paolo dice che la croce era uno scandalo pei Giudei. Ma dobbiamo dire che lo è pure per noi. Quando dobbiamo portare qualche croce, ne facciamo oggetto delle interne nostre resistenze e delle nostre lagnanze. Se il Signore ci manda un’afflizione che ci associa a Gesù crocifisso, in quale desolazione cadiamo, a quali disperazioni ci abbandoniamo! Si ha un bel dire che è Dio che ci manda le croci, perché di fatto noi le rigettiamo con orrore,

Ho detto che si rinnega Gesù nelle sue dottrine. Vi sono due morali: di Gesù e del mondo; ambedue fra loro inconciliabili nemiche. Gesù vuole una cosa, il mondo ne vuole un’altra. Gesù vuole il perdono delle offese ed il mondo invece vuole il contrario. Gesù vuole la penitenza, il mondo l’appagamento dei sensi. Gesù esige di non accontentare le nostre passioni, di opporsi ai nostri capricci, di frenare le nostre cattive inclinazioni; il mondo non vuole forse tutto il contrario? Non sapete che fra Gesù ed il mondo vi fu, vi sarà sempre opposizione assoluta, intera. Ebbene noi come abbiamo fatto?

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