Preghiera (Una parola… 8)

«Che cosa più necessario della preghiera?» ,- si chiede san Vincenzo Grossi – «Dio ce la impone quasi come l’unico mezzo per ottenere le sue grazie. Che cosa più efficace della preghiera poiché essa s’appoggia sulle promesse sicurissime di Gesù Cristo? Che cosa più facile della preghiera, non essendo necessario per essa né ingegno, né scienza? Basta conoscere la propria miseria».

Davanti alle prove e dai fallimenti della vita che inducono allo scoraggiamento l’invito è a perseverare nella preghiera perché «Possiamo essere certi – afferma Francesco – che Dio risponderà alla nostra preghiera, anche se a volte è arida. Magari ci toccherà insistere per tutta la vita, ma Lui risponderà. La preghiera cambia la realtà, non dimentichiamolo. O cambia le cose o cambia il nostro cuore, ma sempre cambia. Pregare è fin da ora la vittoria sulla solitudine e sulla disperazione». 

Completa questa considerazione san Vincenzo Grossi in questo modo: «Ma forse  Dio esige lunghe preghiere? Orazioni ben fatte e ben imparate? No, basta una supplica amorosa, un’umile apertura. Ognuno può pregare senza leggere, senza pronunciare parola, perché essa (al dire di S. Agostino e di S. Giovanni Damasceno) è l’elevarsi di un’anima che cerca Dio, che sente i suoi bisogni. Questo è il vero concetto, che della preghiera ci danno i S.S. Padri. Ora vi è cosa più facile che levar la mente al Signore, mostrargli le nostre necessità, e domandargli  la sua misericordia?».

Rispondi