Monstra te esse Matrem (Preghiere a Maria s. Vincenzo Grossi 2)

Maddalena Cappellini, mamma di don Vincenzo

Maddalena Cappellini, mamma di don Vincenzo, è stata molto presente nella formazione cristiana dei figli che, alla sua scuola, hanno imparato a conoscere i titoli che la Chiesa nei secoli ha attribuito a Maria S.S. Come in uso al tempo, le fonti a cui Maddalena attingeva erano la pratica delle devozioni mariane tradizionali, la visita periodica ai santuari mariani e una vita quotidiana illuminata dall’esempio di Maria, sposa e madre, come veniva suggerito dalla predicazione rivolta alle donne.

Dall’inno dei Vespri della Vergine Maria, don Vincenzo aveva riportato a memoria il versetto «Monstra te esse matrem» e gli capitava di ripeterlo tra sé e sé, mescolando l’immagine di sua madre con quella di Maria S.S., non per una poco ortodossa confusone di ruoli e di santità, ma perché una figura illuminava l’altra.

Pregava, così, don Vincenzo, ispirandosi a san Pier Damiani, vescovo e dottore della Chiesa ( XI secolo):

Signora, dimostratevi di essere madre,
comandate al Vostro Figlio con autorità di Madre che abbia di noi pietà.
Maria so che quando chiedete qualche grazia
a Gesù Cristo vostro Figlio per i vostri devoti,
in certo modo comandate e non pregate,
come foste padrona e non ancella del Signore.
È giusto che la Madre partecipi della potestà del Figlio:
Lui è onnipotente per natura, voi per partecipazione.
Voi dunque, o Signora, tutto potete!
Voi, o Maria,
non avete bisogno d’altra raccomandazione presso Dio,
perché siete la Madre della Vera Vita.

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