In festa con san Vincenzo… all’«Acquedotto»

«Cosa può dire oggi a noi un prete della fine del 1800? In cosa riesce ad essere attuale per noi del 2022?» Queste le domande che Don Stefano Ecobi ci ha rivolto nella omelia alla messa per la festa di San Vincenzo Grossi che abbiamo celebrato domenica 13 novembre u. sc. La risposta non può essere altro che l’amicizia e la bellezza della gioia e della condivisione che saranno per sempre valori irrinunciabili. Qui è racchiusa la ragione per cui puntualmente ogni anno ci ritroviamo intorno a questa figura di sacerdote santo per vivere nel suo nome una domenica speciale, in serena amicizia; è una opportunità che ci vogliamo dare perché nel corso dei mesi le vicende complesse della nostra vita ci tengono distanti tra di noi, e diventa questa una occasione per condividere e stare insieme con gioia e distensione. Non sappiamo se don Vincenzo era una persona particolarmente gioiosa o con grande capacità di intrattenere, ma quando noi stiamo insieme a motivo di Lui sperimentiamo la bellezza della appartenenza ad una comunità, quella della Cappella di san Filippo Neri all’Acquedotto Felice di Roma.

Dal momento in cui siamo entrati in chiesa ci siamo sentiti accolti con amore dallo sguardo rassicurante di Don Vincenzo – dal suo quadro – e dalle nostre suore, la cui presenza non si impone ma è di sostanza. Ognuno ha partecipato alla celebrazione eucaristica, al pranzo e al pomeriggio di giochi. Abbiamo trascorso una domenica caratterizzata dalla bellezza, senza ombra di noia e siamo certi molto simile come stile ed emozioni, anche se con altri mezzi e possibilità, ai pomeriggi che i ragazzi di Don Vincenzo passavano nell’oratorio.

Domenica erano riunite tutte le generazioni, i nonni, i genitori e i nostri figli, ex piccoli della scuola materna “Vincenzo Grossi” che, oggi, a 18 anni hanno portato qui anche i loro «amici speciali».

Possiamo allora rispondere all’interrogativo di don Stefano dicendo che don Vincenzo a questa comunità così variegata nell’età e nella provenienza dice qualcosa e, più che sermoni o raccomandazioni, esercita una forte attrattiva e produce contagio. Lo spirito di don Vincenzo era in mezzo a noi, il suo spirito ha sprigionato in ciascuno di noi il desiderio di contribuire al bene dei presenti, secondo le proprie capacità, e soprattutto sostiene i nostri «angeli in blu» che Don Vincenzo ha voluto donare al mondo, nella loro accoglienza e disponibilità. Alla prossima!!!!

Per tutti i partecipanti… Emanuela

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  1. S. Vincenzo Grossi doveva essere per forza un prete gioviale e intrattenitore, altrimenti non avrebbe potuto fondare l’oratorio dove si ritrovarono insieme bambini, ragazzi e oggi, non so ieri, anche adulti e vecchietti chiassosi. Il nostro S. Vincenzo Grossi sarà veramente felice di averci visti partecipi ad una grande celebrazione e stare poi insieme con giovialità, serenità e amore gli uni verso gli altri!!!!! Viva l’Acquedotto e tutti i suoi partecipanti con le nostre suore!!!!❤️❤️❤️🙏🏻🙏🏻🙏🏻🙏🏻