Digiuno dall’Eucaristia

All’inizio della quaresima di solito pensiamo a tanti digiuni possibili per noi, la rinuncia ai dolci…, ad altre nostre dipendenze, o ad abitudini che imbruttiscono la nostra identità di figli amati. Mai avremmo pensato  al digiuno dal pane eucaristico, non scelto ma addirittura imposto!

Questa ingiunzione dalle autorità civili può essere un ulteriore invito a obbedire alla parola del Vangelo che – non a caso – abbiamo ascoltato proprio all’inizio della quaresima:

«Iniziare con questo digiuno» (colletta del mercoledì delle ceneri)

In questa quaresima 2020 ci troviamo a digiunare dall’Eucaristia comunitaria!

Il gesto della frazione del pane «in memoria di lui», ci costituisce discepoli, comunità.  E la Chiesa lo compie  in obbedienza al suo comando, come memoriale del suo amore che alimenta la nostra fedeltà alle sue promesse.

Questo digiuno eucaristico, allora, può essere un gran male. Infatti, ben oltre il rimanere senza  l’appuntamento settimanale o quotidiano per noi importante, ci lascia privi di ciò che costituisce la nostra identità, la nostra essenza.

Oggi, è una emergenza sanitaria che ci toglie l’Eucaristia, ma quanti cristiani vi debbono rinunciare per molto molto tempo!!! Per settimane o per mesi, per l’assenza del presbitero…, o cercando di parteciparvi a costo di lunghi spostamenti a piedi!

Questo tempo ci insegna a scoprire che l’Eucaristia «non è scontata», che ci può essere tolta. Che possiamo rimanere discepoli di Cristo e chiesa cercando di vivere in modo «sacramentale» questo digiuno.

«Mi cercano ogni giorno… ma il digiuno che voglio è dividere il pane con l’affamato» (Is 58,2.7)

È come se questa situazione ci interpellasse a non fermarci ad un unico sacramento (la messa che manca) ma a renderci conto che il Signore ci viene incontro anche attraverso sacramenti non meno sacri: i fratelli che bussano alla porta del nostro individualismo, del nostro benessere, della nostra tranquillità, delle nostre sicurezze.

Ma ci provoca anche ad una coscienza nuova: quale il valore della celebrazione eucaristica che compiamo insieme? Come celebrarla nella verità e non «a fotocopia»?

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