Il rinnegamento di Pietro

«Fu un cambiamento strano, una colpevole debolezza quella di Pietro, quando vide Gesù Cristo nelle mani dei suoi nemici, ed ebbe timore di finire allo stesso modo. Non solo negò il suo maestro, ma per esser meglio creduto usò imprecazioni e giuramenti. Eppure poco prima non aveva avuto timore di gettarsi solo contro i soldati nell’orto. Qui, trema, e preso da spavento, rinnega e giura di non conoscere Gesù. A Pietro non era mancata la grazia, piuttosto egli mancò a questa.

Ma anche noi rinneghiamo Gesù e spesso. Come avviene?

Si rinnega Gesù con una condotta contraria alla sua, rifiutando ciò ch’egli ha cercato, fuggendo ciò ch’egli ha amato, trascurando ciò ch’egli ci ha lasciato di più salutare, offendendolo nei suoi Ministri, deridendoli e criticandoli.

Si rinnega Gesù nelle sue dottrine quando vogliamo l’accontentamento dei sensi, delle nostre passioni, quando non ci opponiamo ai nostri capricci.

Si rinnega Gesù nei suoi Sacramenti e soprattutto nell’Eucaristia quando si sta davanti al Santissimo e si chiacchiera, si ride, si dorme, si sta dissipati. Quando, passando davanti ad una chiesa, potendolo, non si entra per una visita.

Pietro ha negato Gesù, ma non fu negato da questi che, uscito dal sinedrio, lo guardò. Pietro si pentì del suo fallo e ne pianse amaramente».

«Poche ore prima Gesù aveva detto ai discepoli che non li avrebbe più chiamati servi ma amici…Tutti  gli amici del Signore: buoni o no, generosi o no, fedeli o no, rimangono sempre amici. Noi possiamo tradire l’amicizia del Signore, rinnegarlo, ma lui non verrà mai meno alle  sue parole» (don P. Mazzolari ).

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