La domenica (Una parola…30)

L’astensione domenicale dal lavoro è un apporto specifico del cristianesimo. Per tradizione biblica gli ebrei riposano il sabato, mentre nella società romana non era previsto un giorno settimanale di astensione dai lavori servili. Fu il senso cristiano del vivere da figli e non da schiavi, animato dall’Eucaristia, a fare della domenica – quasi universalmente – il giorno del riposo.

«La Domenica, scriveva san Vincenzo Grossi, è il dì del Signore, è il dì dell’uomo, è il dì della famiglia, è il dì della società. Noi possiamo aggiungere, è il giorno della civiltà, il giorno dell’avvenire per i popoli, è il giorno dell’eternità.  Il giorno del Signore è anche il giorno dell’uomo, il giorno della nostra intelligenza, il giorno dell’anima nostra.

Ora se, uscendo dal ristretto cerchio della famiglia, diamo uno sguardo alla grande famiglia, che si chiama società, la Domenica è il giorno sociale per eccellenza; che questo giorno è stato fatto per le nazioni come per gli individui e le famiglie».

La domenica del Signore è amica di quanti cercano di presidiare gli affetti familiari, difendendoli dalle liturgie dei profitti, è di coloro che non vogliono consegnarsi al penoso rito dello «sballo». La domenica non è l’adempimento, il precetto, il bollino identitario, la conta dei cattolici, ma l’incontro fra tutti quelli che cercano di fare tesoro di un tempo e di un luogo condivisi: l’Eucaristia comunitaria.

Suggerisce san Vincenzo Grossi che «Colla santificazione della domenica, Dio è conosciuto, servito e glorificato; l’uomo rinnova le sue forze e s’istruisce, s’ingrandisce, s’innalza e tende verso l’eterno bene, che è il fine del suo essere. Con la santificazione della domenica la legge di Dio passa nei costumi e li fa puri, s’introduce nella famiglia per consacrarla e unirla; e in modo potente contribuisce al bene della società e della patria.

Ci rassicura, infine, il Papa, che «l’incontro domenicale con il Signore ci dà la forza di vivere l’oggi con fiducia e coraggio e di andare avanti con speranza».

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