Dio ci ha amati per primo (1 Gv 4,19)

L’espressione «per primo» sottintende una catena numerale…come a dire che noi, nella relazione con Dio, potremmo essere i «secondi», ma  lascia intendere anche l’iniziativa in un dono reciproco di sé.

L’immagine del Sacro Cuore ci offre un senso visivo e viscerale di questa offerta: Gesù mi offre il suo cuore e io gli offro il mio. È un’offerta personale e reciproca tra amici, calda e affettuosa. Si tratta chiaramente di un dono ineguale! Il Dio dell’universo mi dona se stesso e io offro me stesso, misero e peccatore.

L’offerta di noi stesse contenuta nella formula della nostra professione religiosa, ma anche in altre forme della nostra spiritualità, è una risposta alle parole che Gesù disse durante l’ultima cena: «Prendete … questo è il mio corpo offerto per voi».

Oggi, noi lo riceviamo nell’Eucaristia e con gioiosa gratitudine e rispondiamo: «Ricevi tutto il mio essere che offro a te…”.

L’offerta quotidiana di sé a Gesù, attraverso la preghiera, contribuisce ad accogliere l’amore di Dio e ad esprimerlo verso gli altri nel corso dell’intera giornata e di tutta la vita.

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