Avanti!

Solo con questa coraggiosa disponibilità potranno «spuntare nuove strade, metodi creativi, altre forme di espressione, segni più eloquenti, parole cariche di rinnovato significato per il mondo attuale». Francesco invita le religiose a «cercare che cosa dice oggi il Signore; non che cosa ci ha detto ieri, questo lasciatelo alle suore di ieri, ma quello che dice oggi». Certamente oggi non si può prescindere dalla sinodalità:
C’è un rinnovamento che richiede audacia e capacità di vincere la paura di passare all’altra riva, paura che probabilmente nasce non solo dalla traversata di acque che sentiamo pericolose, ma anche dal non sapere cosa si troverà e cosa succederà su questa «altra riva». L’ignoto paralizza e ci fa aggrappare alle sicurezze passate, anche se sappiamo che sono ormai insufficienti.
Francesco lo sa ed invita tutti a guardare alle donne come quelle che aprono strade e chiamano altri a mettersi in cammino, senza però smarrire per strada il discernimento necessario per compiere scelte che siano davvero sinodali: «Il cammino in spirito sinodale è ascoltare, pregare e camminare. Poi, il Signore ci dirà le cose che dobbiamo fare. Ho visto in alcune proposte: “Adesso dobbiamo prendere questa decisione, questo, questo, questo…”. No, questo non è cammino sinodale. Questo è “parlamento”».
Il vescovo di Roma dice a voce alta che noi donne, noi donne religiose
«Le sfide esistono per essere superate», dice ancora il papa. Per la vita religiosa e per la chiesa tutta, le sfide non sono soltanto «le poche vocazioni, l’interculturalità delle comunità di vita consacrata, il problema delle opere». La sfida più grande resta quella di una visione e di una forma ecclesiale diversa, pronta a rivisitare il tema del potere e dell’autorità, più inclusiva e aperta, attenta alle minoranze e alle marginalità, «categorie» di cui anche le donne – e le religiose – fanno parte.