La stella della vocazione

Don Vincenzo nelle serate invernali, quando il lavoro nelle campagne era sospeso e nelle cascine tutto era rallentato, era solito riunire i giovani della parrocchia per offrire loro conferenze e istruzioni.

Il gruppo era sempre abbastanza nutrito anche perché don Vincenzo riusciva ad attirare la loro attenzione. E poi la stanza dove si incontravano era riscaldata e prima di andare a casa, la perpetua faceva il giro con un bel cesto di biscotti che profumavano di vaniglia e tutti vi attingevano abbondantemente. Don Vincenzo ispirandosi alla imminente festa dell’Epifania quella sera parlò della vocazione a cui ciascuno è chiamato.

«Anche se non la conosciamo, disse, la nostra ignoranza non è mai assoluta: Vi è sempre un barlume che l’anima riconosce come sua guida. Per i Re dell’Epifania quanto era insignificante la guida! Erano studiosi, esperti, eppure quanto si sarebbero potuti perdere nei deserti dell’Oriente e tra i monti di Giuda se non si fossero decisi a seguire la stella!»

«Qual è la stella che può farvi da guida nel conoscere la vostra vocazione?» E fece loro intendere che non parlava di astri straordinari ma di segnali per orientare le loro esistenze.

Continuò suggerendo la necessità di una «Vita sacramentale e di preghiera, a cui aggiungere una buona direzione spirituale e l’osservazione attenta e calma di tutto ciò che accade d’intorno e che forma la provvidenza esterna di Dio verso di noi».

«Sì – disse concludendo – la grazia viene in frammenti… La grazia sparge, come lucerna notturna, luce intorno ai nostri piedi. Retto uso, pertanto, dell’istante presente. Così incominceremo a capire i progetti di Dio sopra di noi».

E anche se uno solo, andandosene quella sera, gli chiese di potergli parlare nei giorni successivi, don Vincenzo si rincuorò nel suo cuore e ringraziò il Signore perché le sue parole, anche se simili a una fioca fiammella di lucerna avevano acceso in quel giovane una nuova luce.

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