Il «cuore» di San Filippo Neri

Ci è stato chiesto perché noi Figlie dell’Oratorio celebriamo sempre con solennità la festa di san Filippo Neri. La risposta ci è sembrata ovvia: «Perché siamo state fondate avendo Lui come Protettore particolare e perché perfino il nostro nome ci lega alla sua persona e alla sua opera». Eppure non era più così ovvia quando la domanda si è fatta più profonda: «Che cosa vogliamo ricordare? Il suo genio? La sua originale santità? Gli speciali doni di grazia che ha ricevuto?»

Nelle nostre comunità, fin dalle origini, si è creata la consuetudine di sottolineare annualmente la figura di san Filippo, con iniziative che avevano come destinataria la gioventù. Ci sentiamo sue devote per lo stile di giovialità e di sollecitudine che sempre ci hanno contraddistinte.

Oggi, nella prospettiva del tema capitolare «La carità educativa», condividiamo un aspetto della personalità e della pedagogia di san Filippo Neri.

Conosciamo le caratteristiche fondamentali che emergono dalla sua vita: l’ascetica personale e lo spirito di preghiera, l’atteggiamento contemplativo e l’esercizio della carità, l’umiltà ed il distacco dai beni materiali; ma la caratteristica che ha superato la prova del tempo, è la dolcezza che dal cuore di Filippo si espandeva: una «spiritualità della dolcezza» o come più incisivamente la chiamava il beato Rosmini «l’agevolezza dello spirito di Filippo». S. Filippo, irraggiungibile nella sua santità, riusciva, mediante la dolcezza, a farsi vicino a tutti, a recuperare per elevare. Dalla sua dolcezza, l’efficacia del suo apostolato. Scrive ancora di Lui il beato Rosmini: «Il Neri guadagnava il cuore di tutti e glielo mutava a tutti in petto colla dolcezza». E lo stesso Tarugi, quando indica in sintesi il metodo formativo oratoriano scrive: «Fine del nostro Istituto è di parlare al cuore».

Da tutto questo la spiritualità di san Filippo può essere considerata come la base più idonea e più adeguata anche per i nostri tempi, per una rinnovata azione educativa, catechetica e pastorale. Lo stile gioviale, che ci contraddistingue, è chiamato a confrontarsi con la piacevolezza di S. Filippo Neri, con il suo tratto con le persone di ogni età e di ogni ceto, famigliare, festoso, libero da troppa compostezza e autorità, attraversato da una serena pazienza e affabilità. Un tratto ben interpretati dalla sua raccomandazione «scrupoli e malinconia fuori di casa mia».

Naturalmente senza dimenticare che il suo era un «cuore infiammato dallo Spirito» e non semplicemente un grande cuore umano.

 

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