Giovanni Paolo II e Francesco: due papi uniti dalla Divina Misericordia

Giovanni Paolo II nel 2000 istituì la festa della Divina Misericordia e Francesco nel 2015 indisse il giubileo straordinario della Misericordia. Due papi provenienti da due paesi «estremi», due personalità diverse, due guide pastorali differenti, ma un’unica preoccupazione: che ogni uomo sperimenti che Dio è ricco di misericordia, anzi è la misericordia in persona.

La misericordia non elimina la giustizia, ma la supera, scriveva Giovanni Paolo II nella sua enciclica Dives in misericordia e Francesco lo scorso giovedì santo rivolgendosi ai sacerdoti ha ripetutamente e accoratamente chiesto loro di comunicare la misericordia di Dio nel sacramento della riconciliazione. La misericordia non è buonismo, per cui li ha esortati a non avere paura di perdonare, anche se a volte sono presi dal dubbio. «Guardate il Cristo Crocifisso. Lì c’è il perdono di tutti… E se non potete dare un perdono sacramentale in quel momento, almeno date la consolazione di un fratello che accompagna e lascia la porta aperta perché l’altro ritorni». La misericordia del Signore scaturisce infatti non dal cuore umano, ma dal cuore trafitto di Gesù che ha donato tutto se stesso fino alle ultime gocce di sangue e acqua, ben significate dai raggi dell’immagine che richiama la festa di oggi.

Quest’anno, la scelta del papa di celebrare la santa Messa della seconda domenica di pasqua nella chiesa di Santo Spirito in Sassia, santuario romano dedicato alla promozione della Divina misericordia, non è casuale per questo tempo di pandemia. La chiesa è collegata strettamente all’omonimo ospedale ed è divenuta Centro per la pastorale degli infermi come pure per la promozione della spiritualità della Divina Misericordia.

È molto significativo che proprio qui, accanto all’antichissimo ospedale, si preghi e si operi per la salute del corpo e dello spirito di tutti.

La misericordia è il volto di Dio quando Lui accoglie, perdona, consola, ma anche quando ad accogliere, a consolare, a curare sono gli altri, gli operatori sanitari, i volontari, i sacerdoti, come i responsabili a qualsiasi titolo che sono al servizio di quanti in questa emergenza sono colpiti nella salute, negli affetti e nella stabilità economica.

Sono i giorni in cui la giustizia si riveste di misericordia, quella divina riversata dal Risorto con abbondanza su ciascuno!

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