Cuore aperto sul Sinodo (11)

Così si è espresso mons. Zuppi durante la giornata di ieri, facendo eco a quanto già detto da Papa Francesco nell’omelia della messa di apertura del Sinodo: «Sappiamo che i nostri giovani saranno capaci di profezia e di visione nella misura in cui noi, ormai adulti o anziani, siamo capaci di sognare e così contagiare e condividere i sogni e le speranze che portiamo nel cuore».
I giovani dunque, con la loro semplice presenza, interpellano e provocano il mondo adulto a non accomodarsi, a non tirare i remi in barca, a non restare seduti in pantofole sul divano, convinti di «avere già dato a sufficienza», ma di continuare a stare sulla breccia, perché la santa inquietudine di Cristo non si spenga nel cuore di nessuno.
Sognare non è certo un’evasione dalla realtà o una scorciatoia, ma un atteggiamento dell’intelletto e del cuore. È guardare con mente aperta al futuro, pensare in grande, aprire orizzonti, individuare una nuova creatività .
Sognare è una scelta, non qualcosa che nasce da cuori disincarnati e idealisti. E torna in mente il famoso discorso di Martin Luther King in cui diceva: «I have a dream, io ho un sogno». Il suo era quello di una società libera dal razzismo e dalle discriminazioni. E il nostro, oggi, qual è?