Don Vincenzo, prete dal 22 maggio 1869

 

altare «Sarò prete a tutti i costi» s’era detto il ragazzo quando il padre rimandò a tempi migliori il suo consenso per entrare in seminario.

Quale fu il costo di tale proposito?

Vincenzo pagò con la moneta della pazienza e  della fatica la realizzazione del suo proposito. Ma soprattutto con la fedeltà ad una chiamata interiore che nessuna vicenda riuscì ad affievolire o a soffocare.

imposizione delle mani«Tu sei sacerdote in eterno…» era l’espressione che ora, alla viglia del gran giorno, più di ogni altra martellava la sua mente. L’ordinazione sacerdotale non era un traguardo ma una tappa, nella quale l’unzione sacra ufficializzava e suggellava il suo proposito.

Vincenzo fu ordinato dal Vescovo di Brescia Mons. Verzieri  sabato, 22 maggio del 1869, nella cattedrale di Cremona insieme ad altri confratelli. Questo rito era sempre un evento diocesano e richiamava parenti, amici e conoscenti dei candidati, ma tutto era molto modesto. I tempi non consentivano neppure tanta pubblicità, perché gli eventi storici, quali l’unità d’Italia e la fine del potere temporale del Papa, stavano capovolgendo sistemi durati secoli.

Possiamo supporre che nel gruppo degli ordinandi Don Vincenzo non si distinse, né per raccoglimento poiché  era preso da una sana tensione, né per la preziosità dei paramenti, probabilmente avuti in prestito dal fratello don Giuseppe, ordinato  appena qualche anno prima. Il Vescovo non ebbe per lui alcuna attenzione particolare, non lo conosceva personalmente e non sarebbe stato suo presbitero ma uno dei tanti di una diocesi sorella. Senz’altro, però, sapendo dei tanti abbandoni tra il clero che si stavano verificando in quegli anni nella diocesi di Cremona, nella preghiera di invocazione dello Spirito egli avrà chiesto, fuori testo, la loro fedeltà.

Don Vincenzo diventava sacerdote e questa era la verità in assoluto più grande.Gesù sacerdote

«Rivestito di Gesù sommo e grande sacerdote per il Padre suo» da quel momento don Vincenzo e Cristo diventavano «una cosa sola, per comunione di disposizioni e di sentimenti» e ogni gesto, anche quello più comune, lo implicava in questa nuova  identità: «fare come Cristo che dona il suo corpo per nutrire la Chiesa».

Egli sapeva che l’ordinazione sacerdotale lo candidava a «due funzioni capitali nella Chiesa, l’una verso Dio e l’altra verso gli uomini», icona del Cristo vivente e consacrato al servizio del «Cristo totale», cioè servo e ministro della Chiesa.

Celebrò la prima messa nella parrocchia di san Bassiano a Pizzighettone, culla del suo desiderio di essere prete, casa dove il proposito di esserlo ad ogni costo si era alimentato, e ora sposa per sempre secondo l’ordine di Melchisedec.

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  1. Al SI di san Vincenzo é aggrappato il nostro SI, al SI del padre é legato il SI delle figlie! A tutte le Figlie dell’Oratorio che continuano a vivere il carisma, a tutte le Figlie dell’Oratorio che ogni giorno vivono l’offerta per i preti e la dedizione incondizionate per la gioventú bisognosa…. Buona Festa!