Una «forte impressione»

Dice il vocabolario che l’impressione è una esperienza conoscitiva ed emotiva, capace di suscitare una reazione anche intensa, soggettiva.

L’ attuale informazione mediatica è diventata come la nostra ombra, ci segue, ci insegue, ci raggiunge. L’obiettivo è quello di creare dipendenza e di indurre a cercare sempre news.  Se questo fenomeno attuale può diminuire l’impressionabilità, per una certa assuefazione che produce o per una razionale diffidenza alla strumentalizzazione che mette in atto, che cosa nella nostra esperienza personale riesce ancora ad impressionarci, che cosa riesce a commuoverci, che cosa è capace di farci reagire, fosse anche solo con le parole, quelle di condivisione come quelle di dissenso…?

Don Vincenzo è stato colpito da «una forte impressione», leggiamo nel primo cenno storico.  Non lo avevano colpito le infedeltà dei confratelli, l’apostasia di molti di loro, il degrado di alcune parrocchie, ma è stato come ferito dalla condizione di abbandono, già critica nel presente e in prospettiva anche peggiore, in cui si trovava la gioventù, soprattutto femminile. «Erano come pecore senza pastore».

La conoscenza di prima mano di questa situazione, ha suscitato in lui una reazione così intensa da coinvolgere altri. Ha dato vita ad una rete di donne, laiche inizialmente, anche se consacrate privatamente, per fare qualcosa a favore di questa realtà.

Da parte sua ha messo tempo, cuore, mente, faccia, piedi e soldi.  E da quella forte impressione è nata una famiglia religiosa…noi figlie dell’Oratorio.

Tutte noi, a nostra volta siamo state colpite e coinvolte, e ci siamo messe a disposizione…

Oggi, dopo più di un secolo, la diversità delle condizioni ci suggeriscono di considerare quale è il livello di questa forte impressione, ma anche quali realtà riescono a colpirci e a farci reagire.

Nessuna sta con le mani in mano, ma forse impegnate come siamo nelle presenti attività apostoliche, non vediamo che cosa sta succedendo oltre il nostro contesto o pur vedendolo ci sentiamo dispensate dal farcene carico perché già impegnate in altro.

Che cosa, a livello ecclesiale e pastorale, riesce oggi a ferirci così tanto al punto di spingerci a  reagire? E di criticità nelle parrocchie ce ne sono molte! E a livello sociale quali situazioni ci interpellano, senza uscire dall’area della gioventù? La conoscenza da sola non basta, occorre anche una forte esperienza emotiva: è nel cuore, infatti, che nascono propositi di bene!

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