Tutte le generazioni, dal principio del mondo, la chiameranno beata 1 (Mese di maggio con V. Grossi – 5)

Noi possiamo dire, senza timore di essere accusati di paradosso, che il culto di Maria fu anteriore alla sua nascita. Appena i nostri primi padri hanno peccato, Iddio promise che una donna schiaccerà il capo dello spirito tentatore. Per ben quaranta secoli si nutrirono di questa consolante idea. La sua attesa venne alimentata dai Profeti: «la Vergine concepirà, dice Isaia, e partorirà un figlio che si chiamerà Emanuele»; questo fanciullo, dato miracolosamente al mondo, sarà della stirpe di Iesse, un fiore nato dalla sua radice. Davide profetizza la sua nascita e la dice pura come l’aurora; ne canta la gloria ed il posto che Dio le riserba in cielo. Salomone sotto il velo trasparente dell’allegoria, ci mostra Maria come la più bella di tutte le tende di Cedar. Il miele scorre dalle sue labbra. Il suo avanzare è simile all’olezzo dei profumi; è un giglio fra le spine, è l’astro della notte, il cui disco s’inargenta ai raggi del sole. Di Maria si parla in tutti i libri dell’Antico Testamento, per cui a ragione San Girolamo la chiamò: Vaticinium Prophetarum, profezia delle profezie; ed un altro santo: summa divinorum oraculorum, il più grande degli oracoli divini.

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