La gioia (Una parola… 28)
Siamo spinti a cercare il meglio, il nuovo, il sempre di più, ma non siamo mai soddisfatti. Possiamo anche provare momenti di ebbrezza, di pienezza, un senso di appagamento ma che a lungo andare si rivela falso…
«Ogni bene è fuggevole quaggiù, – scrive san Vincenzo Grossi– fuggevole in sé, nei suoi effetti, incapace di rendere l’uomo veramente felice. Si fa l’abitudine a tutto, alla ricchezza, agli onori, alla fortuna, ai piaceri. Sì, io sono persuaso che tutto quello che più alletta in questa vita, come gli spettacoli più interessanti, le vivande più saporite, le compagnie più gioconde… svaniscono come fumo; i piaceri si dissipano come un sogno; le ricchezze si dileguano come l’acqua; gli uomini singoli, le generazioni umane, i secoli passano; ogni cosa si consuma».
Continua san Vincenzo Grossi: «Quando siamo gioiosi, tutto ci riesce bene; nulla ci coglie all’impensata o ci turba; quasi non possiamo fare sospetti o giudizi temerari. Non ci importa la sorta di compito che ci viene inaspettatamente imposto? Che importa se ci accade qualche piccolo disinganno? Che importa se siamo provocati a perder la pazienza od a trasporti?»
Non ciò che è effimero dà la felicità, ma solo l’amore sazia la sete d’infinito che è in noi.