Ledovina Scaglioni, una vita e un’anima da scoprire

Ledovina Scaglioni, come figlia e madre secondo lo Spirito, come cofondatrice dell’Istituto delle Figlie dell’Oratorio è imprescindibile da san Vincenzo Grossi che ne è stato il fondatore.

Dietro a un grande uomo c’è sempre una grande donna, si dice, ma i loro ruoli non sono mai stati: lui davanti e lei dietro, uno il personaggio e l’altra la controfigura, perché entrambi sono stati unici nella loro esclusività, irripetibili nella loro missione, complementari nel loro contributo alla vicenda dell’Istituto. La persona di madre Ledovina Scaglioni, dalla sua personalità al suo itinerario spirituale, dalla lunghezza della sua vita al lungo generalato, durato 60 anni, salvo una interruzione dal 1933 al 1939, è stata determinante per la crescita e lo sviluppo della fondazione.

Fino ad oggi non esiste una biografia «storica» di madre Ledovina Scaglioni, sebbene mons. Salvaderi nel 1982 abbia curato un racconto della sua vita attraverso i ricordi delle suore, le lettere circolari, le sue raccomandazioni diventate nel tempo una scuola di vita.

Noi, per raccontare di lei, ricorriamo all’artificio letterario del diario personale. Non perché siamo in possesso di eventuali suoi diari personali, ma perché abbiamo riletto le memorie scritte da chi ha vissuto con lei diversi anni fianco a fianco, la sua corrispondenza riservata e personale e altro materiale documentabile. Nulla è lasciato alla fantasia. È il diario dell’anima, come è la vera natura del diario personale. Anche in questo caso lo scritto non è esaustivo della sua persona, la cui storia è intrecciata indissolubilmente con la storia dell’Istituto. Queste pagine raccontano, ora con più dettagli, ora a sommi capi, la vicenda umano-spirituale di quelle che si considerano le tre fasi più significative della vita di Ledovina: gli anni di giovane adulta, il lungo periodo della maturità con la responsabilità di governo, la missione spirituale e amorosa dell’anzianità e della vecchiaia.

Se per necessità vengono riportati fatti, descritte circostanze e nominate persone non è per fare della cronaca o dare notizie storiche, ma semplicemente perché, a diverso titolo, hanno lasciato segni di bene in lei, a volte anche quando le intenzioni di chi l’accostava non erano così esplicite e dichiarate.

Queste pagine non sono una passerella di vanità, fossero pure spirituali, quanto piuttosto un «narrare le meraviglie che il Signore riesce a operare nei poveri e nei piccoli» che si fidano totalmente di Lui.

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