Corpus Domini

La festa del Corpus Domini, così come le Quarantore, erano per il parroco don Vincenzo il momento favorevole per meditare con i suoi fedeli sulla presenza del Signore nell’Eucaristia. Focalizzava la sua predicazione soprattutto sul Tabernacolo, dove sono custodite le specie eucaristiche per l’adorazione e la devozione dei fedeli. Lamentava la distrazione e la superficialità di molti verso tale presenza ed enfatizzava la semplicità e la sincerità della fede di quanti, entrando in chiesa, attirati da questa presenza,  senza segni appariscenti si intrattenevano in preghiera.

Egli scriveva così:

«La prima occupazione di Gesù Cristo nell’ostia è quella di amarci…

La madre pensa molto al bambino, lo sposo alla sposa,

ma tu, o Signore, tutti li superi nella bontà, tutti superi in amore.

È proprio dell’amore bramare sempre di stare insieme e

due amici provano il bisogno di vedersi spesso, parlarsi, stringersi teneramente la mano.

 Il fratello non vuole svincolarsi dal fratello che parte

 e sente come lacerarsi il cuore al vederlo andare lontano.

Sono tutta gente che si ama e da ciò il bisogno di stare assieme.

Con questa chiave in mano possiamo aprire il tabernacolo

ed intendere qualcosa del suo mistero:

Gesù, tu rimani là dentro non perché noi siamo buoni, ma perché Tu sei buono;

non sono i nostri meriti che ti fanno rimanere, ma i nostri bisogni;

Tu ci vedi bisognosi di tutto;

hai le mani piene di grazie

e cerchi di darle a chi Tu ami

e chi Tu ami siamo noi».

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  1. Molto belle le parole di San Vincenzo. In quale conferenza si trovano?

  2. Hago eco….”No son nuestros méritos los que te hacen quedar sino tu infinito amor por nosotros…”