Maledetto l’uomo che confida nell’uomo!

Appena Angelina entrò in canonica, scoppiò in un pianto dirotto. Don Vincenzo la fece passare nel suo studio, per sottrarla alla curiosità della perpetua, e la lasciò piangere per qualche minuto. Immaginava il motivo di tanto accoramento! Qualche giorno prima il parroco di San Gerolamo gli aveva scritto per informarlo che il Vescovo lo avrebbe trasferito ad un’altra parrocchia. Quando la suora sembrò aver esaurito i suoi singhiozzi, don Vincenzo la invitò a parlare. Angelina non indugiò sulla notizia in sé, ma sugli effetti che questo trasferimento avrebbe avuto su di lei e sulle attività  della comunità. Anche se non aveva alcun diploma, il parroco non le nascondeva il proprio apprezzamento e la propria stima per l’apostolato che svolgeva, orientato a fare il maggior bene possibile; le lasciava campo libero e se doveva affrontare piccole spese per qualche attività di oratorio, lui non si faceva rincrescere a sostenerle. Don Vincenzo sapeva tutto questo, perché in occasione di alcune visite, il parroco gli aveva detto che, nella necessità, poteva togliere le altre suore, ma Angelina no. 

Quando la poverina riuscì a calmare il pianto, don Vincenzo prese la parola ma il suo discorso parve duro: «In definitiva a te ed a tutte le sorelle ripeterò le parole infallibili della S. Scrittura: ‘maledetto l’uomo che confida nell’uomo’. Nessuno è necessario, soltanto Iddio. Quando gli aiuti umani mancano, Egli ci mette i suoi, senza far miracoli. Che bisogno c’è di impensierirsi tanto per questo trasferimento? Arriverà un altro parroco, non rimani sola e non sei abbandonata».

Dopo tutto, pensava tra sé don Vincenzo, la partenza di questo sacerdote avrebbe anche risolto qualche gelosia che ogni tanto affiorava in comunità, e aggiunse che questo cambio avrebbe potuto avvicinarla di più alle altre suore. Le suggerì, soprattutto, di considerare il nuovo parroco né migliore, né peggiore del precedente, solamente diverso.

Poi parlarono di alcune questioni economiche della comunità e mentre l’accompagnava in cucina perché prendesse qualcosa prima di andare alla stazione di Casalmaggiore, le disse che «nulla succede a caso, Dio non mette alla prova le persone, ma permette alcune circostanze perché il cuore possa purificare i suoi movimenti, cioè sia rivolto a Lui e non a se stessi».  Datale la sua benedizione, la congedò e accompagnandola con lo sguardo, mentre si allontanava con passo spedito, Don Vincenzo percepì che questa prova avrebbe radicata la sua suora di più in Dio.

 

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