Le gioie di don Vincenzo

Nella corrispondenza con le suore si incontra con frequenza il verbo «godere». Don Vincenzo lo usa per esprimere una multiforme varietà di sentimenti, esclusivamente, però, in relazione alle persone. Godere, infatti, per lui, è rallegrarsi per il progresso spirituale di una suora, per la salute recuperata di qualche altra, per il numero delle novizie che cresce, per la loro corrispondenza alla formazione. Egli gode per le buone notizie che riguardano il clima di fraternità all’interno delle comunità; si compiace per i successi apostolici raggiunti dalle suore nelle nuove fondazioni; è felice perché nelle numerose richieste di nuove aperture vede crescere la benevolenza dei suoi confratelli e dei Vescovi, verso l’opera iniziata.

La sua, è una gioia umana e spirituale insieme, perché in lui, il dualismo materia e spirito non sembra essere presente. Don Vincenzo è un uomo di Dio interamente, nei pensieri, nei gesti, nelle parole e soprattutto nei sentimenti. Anche se non ci sono in lui le altezze mistiche dei Dottori della Chiesa, può essere considerato un mistico moderno perché, anziché disdegnare la realtà materiale e umana, le considera il luogo sacro dell’Incarnazione.

Per lui la «materia», intesa come case da acquistare o da ristrutturare o iniziative da mettere in campo a favore delle giovani e delle parrocchie o incontri con i parroci con cui accordare l’invio di suore e il sostegno economico da riconoscere loro, non sono in conflitto con lo spirituale,  ma sono gli spazi in cui Dio e il suo Regno si fanno presenti.

Il suo godere, allora, nonostante nasca a volte da situazioni molto semplici  e umili, quasi banali se rapportate alle illuminazioni dei grandi Maestri spirituali, affonda profondamente le radici nel Signore, come canta il profeta Isaia (Is 61,10): «Gioisco pienamente nel Signore».

In questa pienezza che è insieme armonia e nella quale nulla è profano e nulla è insignificante, che egli tocca con mano che «tutto concorre al bene di quanti amano il Signore» (Rom 8,28).

La gioia di don Vincenzo non è mai un traguardo, ma sono tappe di un cammino in salita e disseminato di imprevisti.

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