Possiamo solo decidere cosa fare con il tempo che ci viene concesso (Laudate Deum 2)

La citazione di Gandalf messa a titolo di queste righe riassume in poche parole ciò che vuole dirci papa Francesco con la Laudate Deum: un pressante invito a fare scelte concrete nel nostro oggi, qui ed ora. Nel post precedente dicevamo che la sensazione di impotenza è inevitabile, ma occorre non cedere alla tentazione di pensare che sia troppo tardi per fare qualcosa e che le nostre scelte siano irrilevanti o inutili. «Piccoli cambiamenti possono provocare cambiamenti importanti, imprevisti e forse già irreversibili, a causa di fattori inerziali. Ciò finirebbe per innescare una cascata di eventi a valanga» (LD 17). Se questo vale in negativo, per scelte sbagliate e irresponsabili che possono avere conseguenze drammatiche, deve valere per forza anche nel segno opposto. Le nostre piccole scelte hanno una grande portata anche per gli effetti positivi che possono avere sulla realtà. Forse è utopia, ma è bello pensare che se tutti gli istituti religiosi, i movimenti, le parrocchie e le diocesi si unissero nel fare scelte fondate su un modello di sviluppo sostenibile, in vista di un futuro diverso del pianeta, preoccupati della giustizia e dell’equità, non sarebbe cosa da poco. Sarebbe più facile porre le basi per un approccio diverso al rapporto con l’ambiente e col mondo; avrebbe probabilmente un impatto notevole non solo dal punto di vista ecologico, ma anche economico e politico.

In fin dei conti, «non ci viene chiesto nulla di più che una certa responsabilità per l’eredità che lasceremo dietro di noi dopo il nostro passaggio in questo mondo» (LD 18). La sostenibilità consiste proprio in questo: far fronte ai nostri bisogni in modo tale da non compromettere la possibilità di farlo a chi viene dopo di noi. Non possiamo più permetterci uno sguardo miope, incapace di guardare lontano, preoccupato solo del presente. Occorrono lungimiranza e progettualità concreta, che non si accontenti di slogan e chiacchere. «Invito ciascuno ad accompagnare questo percorso di riconciliazione con il mondo che ci ospita e ad impreziosirlo con il proprio contributo, perché il nostro impegno ha a che fare con la dignità personale e con i grandi valori» (LD 69).

Papa Francesco non è un ingenuo e non nega «che è necessario essere sinceri e riconoscere che le soluzioni più efficaci non verranno solo da sforzi individuali, ma soprattutto dalle grandi decisioni della politica nazionale e internazionale» (LD 69). Allo stesso tempo è ben consapevole che «non ci sono cambiamenti duraturi senza cambiamenti culturali, senza una maturazione del modo di vivere e delle convinzioni sociali, e non ci sono cambiamenti culturali senza cambiamenti nelle persone» (LD 70). Non possiamo nasconderci dietro l’alibi dell’incapacità della politica di fare scelte efficaci o di fermarsi alle parole. Il mahatma Gandhi diceva: «Sii tu il cambiamento che vuoi vedere nel mondo», che Francesco ripete in altri termini: «Gli sforzi delle famiglie per inquinare meno, ridurre gli sprechi, consumare in modo oculato, stanno creando una nuova cultura. Il semplice fatto di cambiare le abitudini personali, familiari e comunitarie alimenta la preoccupazione per le responsabilità non assolte da parte dei settori politici e l’indignazione per il disinteresse dei potenti. Va notato quindi che, anche se ciò non produce immediatamente un effetto molto rilevante da un punto di vista quantitativo, contribuisce a realizzare grandi processi di trasformazione che operano dal profondo della società» (LD 71).

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