Passaggi di vita e domande scomode (Sintesi Nazionale fase diocesana – 9)

«Quanto le comunità cristiane sono in grado di offrirsi come punto di riferimento per le traiettorie di vita sempre più complesse degli uomini e delle donne di oggi?» La domanda -« emersa dalla sintesi nazionale – non può essere bypassata o risolta aggrappandosi alle giustificazioni di sempre, o peggio, lavandosene le mani. Se presa seriamente, è una domanda scomodante, a cui non si può rispondere senza una seria messa in discussione delle offerte formative e dei percorsi di fede che si possono trovare nelle nostre parrocchie. «Una comunità cristiana che vuole camminare insieme è chiamata a interrogarsi sulla propria capacità di stare a fianco delle persone nel corso della loro vita, e di accompagnarle a vivere in autenticità la propria umanità e la propria fede in rapporto alle diverse età e situazioni».

Già molti anni fa Luigi Guccini sosteneva che troppo spesso la gente viene a prendere da noi prestazioni e servizi, ma le ragioni per vivere le va a cercare altrove. Su questa linea, la conseguenza immediata è la condanna all’insignificanza delle nostre comunità. Prova ne è che c’è «una richiesta condivisa di ripensare i percorsi di accompagnamento perché siano a misura di tutti: delle famiglie, dei più fragili, delle persone con disabilità e di quanti si sentono emarginati o esclusi». 

Corriamo il grosso rischio di trovarci spiazzati di fronte al contesto culturale in cui ci troviamo. È cambiato il terreno sotto i nostri piedi; sono cambiati il modo di vivere e di pensare, le mentalità delle persone, e di conseguenza deve cambiare anche la nostra mentalità e devono cambiare anche le nostre strutture. Non si può pensare di dare sempre le stesse risposte in un contesto che ha cambiato le domande. «L’accompagnamento della vita delle persone riguarda lo stare a fianco, il sostenere, così da dare alle persone la possibilità di coltivare la propria coscienza credente, di accrescere le proprie risorse relazionali, cognitive, affettive, spirituali, attraverso esperienze condivise».

È necessario interrogarsi seriamente sul vero significato della presenza della Chiesa nel mondo odierno, individuare il senso del nostro essere cristiani per la causa del vangelo e della salvezza delluomo e della donna di oggi, non fermarsi a rincorrere il cambiamento superficiale, non identificarsi mai con le forme di apostolato svolte fino ad ora, ma interrogarsi sinceramente se c’è qualcosa di più profondo da cui partire per poter chiarire meglio la nostra identità e il significato vero della presenza e della missione della Chiesa. Il problema serio potrebbe allora essere quello di verificare se le nostre comunità sono veramente cristiane e cosa significa esserlo oggi.

 

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