Preghiera di domanda (Una parola… 18)

Nel patrimonio della nostra fede non c’è con Dio un rapporto feudale; ogni espressione quale sudditanza e schiavitù ha lasciato il posto a parole come alleanza, amicizia, promessa, comunione, vicinanza.

«Non importa se nella relazione con Dio ci sentiamo in difetto – suggerisce papa Francesco. Egli continua a volerci bene. A Lui possiamo chiedere tutto, spiegare tutto, raccontare tutto. Dio è sempre vicino alla porta del nostro cuore. Aspetta che gli apriamo, alle volte bussa pure, ma non è invadente, aspetta».

Questo è il nucleo incandescente di ogni preghiera cristiana. Il Dio di amore, il nostro Padre, aspetta che ci rivolgiamo a Lui.

«Quindi io con S. Tommaso vi dico,- scrive san Vincenzo Grossi – che, comunemente parlando, un peccatore può sperare la sua conversione come pure una grazia dalla bontà di Dio, per effetto del suo pregare. A convincervene anche meglio, richiamate al pensiero, tutte le conversioni riferiteci dal Vangelo, e vedrete non esservene neppure una, alla quale non cooperi la preghiera. La Cananea si converte e ottiene la guarigione della figlia, ma dopo d’aver pregato dicendo: ”Signore abbiate compassione di me”. Il Pubblicano si converte, ma dopo d’aver chiamato in suo aiuto la misericordia di Dio, dicendo: ”O Signore, siatemi propizio”. La Samaritana cambia vita, ma dopo d’aver chiesta al Signore l’acqua viva. E infine il buon ladrone si converte, ma dopo d’aver pregato Gesù: “Signore, ricordati di me giunto che sarai al tuo regno».

La preghiera ha il potere di trasformare in bene ciò che nella vita sarebbe altrimenti una condanna; la preghiera ha il potere di aprire un orizzonte grande alla mente e di allargare il cuore all’abbraccio con Dio.

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