Dal «Chi sono io?» al «Per chi sono io?»

Alle radici della nostra cultura vi è il motto socratico «conosci te stesso». Socrate l’aveva assunto come guida della ricerca filosofica. E passeggiando per le strade di Atene, incalzava i suoi giovani interlocutori mettendoli nelle condizioni di scendere nella propria interiorità, conoscerne ombre e luci.

Agli inizi del Novecento, gli fa eco la psicoanalisi che afferma che è decisiva, per la qualità della propria vita, rendere conscio l’inconscio, che sfugge al controllo e alla percezione dell’Io cosciente.

A forza di concentrarsi su SE STESSI per chiederci «chi sono io» e di cercare il proprio benessere psico-fisico, ci siamo persi il respiro ampio dell’orizzonte delle relazioni.

Papa Francesco nel tema della GMG invita i giovani e tutti i credenti a liberare la vita verso il dono di sé, ad oltrepassare le protezioni costruite intorno a se stessi e, capovolge la domanda che tormenta l’uomo da sempre «chi sono io?», in: «Per chi sono io?». Maria, infatti con il suo «eccomi» ha messo tutta se stessa a disposizione di Dio e dei suoi progetti ed è diventata non solo madre, ma madre di tutti.

È un invito a pensare la propria vita nell’orizzonte della missione, a considerare che proprio nello spenderla al servizio agi altri, nelle relazioni gratuite si può arrivare a comprendere meglio se sessi e a gustare la vera gioia quella che nessuno può rapire.

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