Doti personali di don Vincenzo, ovvero il «curriculum vitae»

cvIl curriculum vitae – CV – è considerato uno strumento indispensabile per entrare nel mondo del lavoro. Per prepararlo ad arte ci si deve avvalere della competenza di consulenti specifici. Infatti, al di là delle informazioni tecniche che deve contenere, il CV deve dimostrare in modo convincente che il titolare possiede una serie di doti che vengono considerate universalmente «il basic di ogni tipo di professione». Un elenco interessante ed avvincente di qualità, un autentico primato se fosse vero che ogni intestatario del CV ha realmente tutte le doti che descrive! Il fatto  interessante, e per il quale ci soffermiamo in questa considerazione, è che, con grande sorpresa, questo «basic» l’abbiamo riscontrato nella vicenda umana e pastorale di don Vincenzo Grossi.

Ripercorriamo, pertanto, nel presente post e in alcuni successivi, la sua vita secondo alcuni punti della scaletta suggeriti dallo schema del CV.

Motivazione

2017-01-21-16-05-13-360x640«Sarò prete ad ogni costo»: fu il proposito giovanile di don Vincenzo Grossi. Un proposito segreto che, insieme alla fermezza della decisione, rivela l’anima della sua vita. Si può «fare il prete» senza essere troppo coinvolti personalmente, ma «essere prete» è una questione di cuore e volerlo ad ogni costo è lo stesso che firmare in bianco per un percorso lungo e imprevedibile.

Per don Vincenzo essere sacerdote significava «considerarsi vero uomo di Dio, cioè senza più interessi propri ma solo quelli di Dio, unito a Lui nei  suoi disegni e sottomesso a tutti i suoi ordini, industrioso solo a favore della sua gloria, come colui nel quale e per il quale Dio vuole compiere ogni cosa nella Chiesa». Per essere un prete così occorrono 100 mani, 100 cuori, 100 vite e don Vincenzo aggiungeva che «più ancora ne deve avere il sacerdote, cioè quanti sono gli uomini a cui è inviato, perché deve avere carità per tutti, amar Dio per tutti, amare Dio e Lui solo, tanto quanto tutti gli uomini insieme, per rendere a Dio la Gloria dovutagli”.

Un prete così non è un «mostro» perché la sua molteplicità nelle opere, nel servizio, nell’amore attinge direttamente dalla sovrabbondanza del Cuore di Dio e solo questo gli consente di diventare aperto fino all’ultimo uomo della terra e di raggiungere i confini del mondo.

Don Vincenzo è stato ad ogni costo prete per Dio, e per gli altri perché «dovevano sapere quanto li amava»: un obbligo per lui, un diritto per tutti.

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