Le Figlie dell’Oratorio da cento anni all’Acisjf di Milano

stazione milanoACISJF: è la sigla dell’Associazione Internazionale che, a Milano  dal 1904, si occupa di accoglienza di giovani donne lontane da casa. È conosciuta più comunemente come logoacisjf«Protezione della Giovane», ma si sa, con il passar del tempo, alle parole si possono attribuire significati diversi, per cui oggi si preferisce la sigla originaria ACISJF (Associazione cattolica internazionale al servizio della Giovane).

Celebrare il centenario  di collaborazione delle suore Figlie dell’Oratorio con questa Associazione non è fare dietrologia, né riportare alla memoria nomi, persone ed eventi. È confermare la forza e l’efficacia di una missione a favore delle giovani nella quale suore e laici hanno trovato affinità di intenti  e collaborazione proficua.

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Sebbene le suore Figlie dell’Oratorio siano nate prioritariamente per la collaborazione nelle parrocchie a favore delle giovani, don Vincenzo già nelle sue prime Regole aveva previsto come campo di attività apostolica anche le periferie delle grandi città.

Oggi, grazie alle accezioni che papa Francesco ci ha offerto, le periferie  possono essere considerate non solo i sobborghi popolari delle metropoli, ma anche le realtà umane che si trovano fuori dalla cerchia del benessere psico-fisico, culturale  e spirituale. Come non considerare di periferia le giovani donne che arrivavano a Milano, sprovvedute, senza alcun appoggio affettivo e morale, possibili vittime di un modernismo che avanzava disorientando coscienze e sbriciolando valori atavici di ispirazione cristiana? Una periferia esistenziale che  continua  ancora oggi articolata in situazioni sempre più complesse.

P1020832 (640x397)La presenza delle suore Figlie dell’Oratorio all’ACISJF è stata significativa ed efficace, ininterrotta senza pause né vacanze. Nel corso di un secolo di presenza hanno ricevuto le visite di teste coronate e di  eminenze, dal futuro papa Pio XI,  fino al cardinal Martini, ma questi incontri, dai quali non hanno preso lustro, sono stati semmai un incentivo a coltivare sempre meglio rapporti di familiarità educativa con ciascuna delle giovani che si presentava, per compiere la propria missione nella società e nella Chiesa. La «protezione»  alle giovani che le suore offrivano era una accoglienza sicura, ma soprattutto una attenzione che prolungava o se necessario sostituiva quella della famiglia da cui si erano allontanate per motivi di lavoro, di studio o altro. E così è anche oggi.P1020863 (640x480)

Un secolo di storie di vita intrecciate, tra le suore e migliaia di giovani. E come tutte le storie di vita, sono uniche e  straordinarie  anche se semplici, impossibili da raccontare perché i sentimenti e le relazioni  si vivono e  il tentativo di descriverli li banalizza.

Da questa comunità  di Milano sono passate circa ottanta suore, figure di primo piano e suore dimenticate, tutte indistintamente  parte di una comunità, nella quale, per la consacrazione, il «noi» ha preso il posto dell’io, per cui indipendentemente dal servizio svolto  tutte hanno dato il proprio insostituibile contributo all’apostolato di carità a favore delle giovani.

 

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  1. Leggendo la storia di questa comunità, vedo che san Vincenzo ha precorso i tempi anche nell’aspetto della collaborazione con i laici. La presenza delle suore non è mai stata di subalterne o manageriale ma di stretta collaborazione educativa ed amministrativa con i Comitati di Volontari che via via si sono succeduti nella Casa. La comunione dei carismi al servizio della Chiesa, a Milano- Acisjf, ha compiuto 100 anni.