…in margine alla memoria liturgica di san Filippo Neri

F-_NeriIn una edizione di Regole successive a quelle del 1901 e scritte da San Vincenzo Grossi,  si legge che «l’istituto, come fine speciale, vuole praticare la carità spirituale e temporale, massimamente a vantaggio della gioventù femminile secondo lo spirito di san Filippo Neri».

La relazione tra il nome di Figlie dell’oratorio, che don Vincenzo scelse per le sue suore, e San Filippo Neri è evidente fin dagli inizi, anche se non si trovano, in merito, spiegazioni esplicite, né nei suoi scritti come neppure nelle memorie orali tramandate. Ma in questa dichiarazione ufficiale, si trova la chiave del nostro nome e soprattutto della spiritualità che ha alimentato la vita e la missione dell’Istituto da sempre.

Don Vincenzo nella sua corrispondenza usava il termine «oratoriane» per identificare  le sue suore e  il  riferimento a san Filippo era così evidente che in qualche parrocchia o paese erano chiamate «filippine» o «suore di san Filippo».

Nell’abito, che nel percorso di istituzionalizzazione divenne religioso ed uniforme e che rimase in uso per 70 anni, fu introdotta una medaglia da appendere al collo con l’immagine di san Filippo, mentre, curiosamente, il crocifisso era al fianco. Non era una inversione di centralità perché comunque il gesto familiare della suora, quando le ragazze si accomiatavano, era di sfilare dal fianco il crocefisso per offrirlo al bacio, di rito. L’immagine di san Filippo voleva comunicare a chi si ispirava ogni figlia dell’Oratorio nel vivere la sua «carità».particolare_San_Filippo_Neri1

Lo «spirito» di san Filippo!

Quello che Dio gli ha profuso con abbondanza e che lo ha invaso fino al cuore in una notte di preghiera alla vigilia di Pentecoste; lo Spirito che in  Pippo buono ha trovato una dimora accogliente per poter manifestare i suoi molteplici doni e per impregnare di Sé quelli che per natura egli già possedeva.

San Filippo fu interamente acceso di carità: questa lo trasformava sempre più in Dio e  consumava il suo corpo. Amore e sacrificio così ben sinteticamente espressi nel termine «immolazione», come consegna totale e definitiva  di sé a Dio per gli altri.

A questo san Filippo si riferiva san Vincenzo Grossi quando lo scelse come «nostro santo», senza ovviamente mettere sotto silenzio il fatto che egli viveva questa «immolazione» con un atteggiamento sereno e gioviale e con un tratto semplice ed umile.

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  1. Vorrei oggi fare mie le parole di Madre Ledovina: “Sarebbe disdicevole che una figlia non cercasse di intuire, di studiare i desideri del proprio Padre; anzi é naturale che essa cerchi in ogni modo di comprenderli sempre meglio e di tradurli nella sua vita pratica. Se ció si ammette nell’ordine naturale, é ancora piú ammissibile nell’ordine spirituale. E noi, che ci teniamo santamente onorate d’avere a Padre, e Patrono il grande s. Filippo Neri, dobbiamo cercare d’imbeverci del suo spirito e d’informare di esso tutta la nostra vita…” Guardiamo ed imitiamo a san Filippo per poter vivere e rispondere sempre meglio alla nostra vocazione di Figlie dell’Oratorio! Buona Festa!