31 gennaio: una data da ri-segnare in rosso

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Il 31 gennaio è una data segnata in rosso sul calendario delle Figlie dell’Oratorio: in quel giorno dell’anno 1966 quattro suore dell’Istituto salparono dal porto di Genova per la prima missione in Argentina. In quella gelida mattina di gennaio per tutte noi si è aperta una nuova via, quella della missione ad gentes.

Da allora quella data è stata scelta per celebrare  la giornata missionaria dell’Istituto. Una giornata che doveva essere all’insegna della preghiera e della sensibilizzazione sulla missione in sé e sulla possibilità a lasciarsi coinvolgere, sia noi suore sia le giovani con le quali operavamo. Una possibilità che, fin dai primi passi, non era considerata riservata agli addetti, ma aperta a tutte, come ci ribadisce spesso papa Francesco, perché «essere cristiano ed essere missionario è la stessa cosa».

Sono passati 50 anni da quel 31 gennaio «speciale» e tale data nel nostro calendario, oggi pieno di scadenze, di appuntamenti e di iniziative, è ritornata ad essere un giorno feriale. Questo però non le toglie la caratteristica di essere una pietra miliare nel cammino dell’Istituto. Forse ha bisogno solo di essere indicata ancora, soprattutto alle ultime generazioni che non possono avere la memoria personale di quegli eventi innovativi.

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  1. Resto letteralmente a bocca aperta nel leggere questa notizia che fino ad ora mi era sconosciuta. È una cosa molto bella che come Figlie dell’Oratorio dovremmo ricominciare a vivere, magari non solo in una occasione all’anno ma rendendo sempre sensibile e disponibile il nostro cuore all’apertura missionaria. Il Papa ce lo sta dicendo in tutti i modi e in ogni occasione e non è un suo “pallino”, ma l’essenza stessa del Vangelo. Forza allora!

  2. Senza memoria non c’è storia. E’ doveroso, quindi, ricordare e ringraziare chi, 50 anni fa, ha concretamente risposto all’invito del Signore: “Andate in tutto il mondo…”, consentendoci di entrare come Figlie dell’Oratorio nella storia missionaria della Chiesa, che è sempre storia di Salvezza.
    Personalmente non ho salpato, ma ho decollato per raggiungere la sponda del Pacifico e mi sento, mio malgrado, orgogliosa di aver avuto l’opportunità di compiere quel salto che mi ha consentito di allargare davvero gli orizzonti.
    San Vincenzo ci sostenga nell’ardore missionario.

  3. Memoria e gratuitá…….memoria/ricordare ovvero ricondurre continuamente al cuore il cammino che il Signore ci ha fatto percorrere en questi 50 anni….gratuitá saper riconoscere che la scelta missionaria é intrinseca alla chiamata ovvero annunciare il vangelo é raccontare a tutti quello che il Maestro ha fatto per me, come mi ha incontrata e amata gratuitamente, questa é una esperienza che non si puó tacere e che ti spinge ad andare sempre! San Vincenzo ci doni la grazia di un “cuore inquieto” disposto e libero per l’annuncio dovunque!

  4. E’ della cultura argentina sedersi all’ombra a prendere “il mate”… non è solo prendere una bevanda; condividere il mate é sinonimo d’unità, fraternità, amicizia, incontro… Di qualunque cultura parliamo penso sia doveroso trovare questi momenti per sedersi all’ombra e …. poter cosi rinfrescare le memorie cadute in letargo sulla nostra storia istituzionale, per essere canali di trasmissione per le nuove generazioni.