“Sulla tua Parola getterò le reti”

Che cosa può spingere oggi una giovane alla consacrazione religiosa?DSC_9479 (2)

Ciò che accade nella vita di chi si sente chiamato dal Signore rimane sempre un po’ un “mistero” difficile da descrivere. Ascoltiamo direttamente dalla neo-professa la sua esperienza.

Suor Laura  Vignaroli si racconta

La mia storia vocazionale è stata accompagnata da una pagina del vangelo: la chiamata dei primi discepoli narrata dall’evangelista Luca (Lc 5,1-11). Gesù, un mattino, arrivò sulla riva del lago e chiese ai discepoli di gettare le reti al largo. Avevano faticato tutta la notte senza esito!  La sua poteva sembrare una richiesta assurda…  eppure Pietro rispose a Gesù: “Sulla tua Parola getterò le reti”, manifestandogli in questo modo la massima fiducia.

la BibbiaQuesta risposta di Pietro è divenuta per me un interrogativo: e se anche a me il Signore chiedesse di avere verso di Lui più fiducia? Se mi chiedesse di seguirlo più da vicino? E ho lasciato che queste domande risuonassero dentro di me mentre continuavo a rileggere quel brano di Vangelo. E nella riflessione e meditazione le parole di Pietro divenivano sempre più un invito grande alla fiducia e alla consapevolezza che vocazione e missione non si fondano sulle forze della persona, ma sulla capacità di mettersi in ascolto della sua Parola.

L'umile pieve di don Vincenzo Grossi (2)Un giorno, poi, il mio Parroco mi invitò a leggere la vita di don Vincenzo Grossi, e lui stesso mi diede il libro. Della sua vicenda mi colpì molto il suo modo di essere prete: il suo saper “rimanere” unito a Cristo in lunghi tempi di sincera preghiera e allo stesso tempo la sua totale apertura alla gente. Non è consueto trovare preti, alla fine del 1800, ben contenti di aprire le porte della loro canonica a vivaci ragazzi in cerca di qualcosa da mangiare e di un posto dove giocare! Allo stesso modo mi affascinò come desiderava fossero le sue “Figlie”: donne dallo stile semplice e gioviale, capaci di profonda vita di preghiera e al contempo di vera passione per la gente ed in particolare per la gioventù.

Più leggevo ciò che lui desiderava per le sue “Figlie” e più mi rendevo conto che quella era la vita che già in qualche modo stavo vivendo e che desideravo sempre più vivere, da consacrata. Iniziarono quindi i primi contatti e le prime esperienze con le Figlie dell’Oratorio, in particolare i ritiri condivisi con un gruppo di giovani presso la casa di spiritualità “Villa Immacolata” a Castelveccana (VA). Oggi, figlia dell’Oratorio da due settimane, di questo carisma mi affascinano la passione per il bene della gioventù più bisognosa, secondo le povertà del nostro tempo, e la grande sfida a collaborare con le realtà del territorio, in particolare con le parrocchie. Don Vincenzo non ci ha infatti pensate come un ente a sé ma sempre in collaborazione con la parrocchia e il territorio. La canonizzazione di san Vincenzo, poi, in un tempo così ravvicinato alla mia prima professione è stata certamente un dono del Cielo e per me una grande sorpresa! Non posso che affidare alla sua intercessione questo nuovo passo del mio cammino e l’intera famiglia delle Figlie dell’Oratorio!2015-05-20 16.23.25 (3) DSC_0095 (2)

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  1. Riconoscersi in un carisma ci fa diventare custodi e portatrici di un dono che passa di generazione in generazione perché il Regno si possa manifestare e rivelare. Il carisma é questo seme che curiamo e coltiviamo con stupore e meraviglia, il Maestro ci doni la grazia di continuare a seminare.

  2. Lascio la consegna che il nostro parroco in Argentina, ha lasciato a noi suore Figllie dell’Oratorio come testimone durante la Messa celebrata ieri. Mantenere nella creativitá dei molteplici impegni pastorale ed educativi, quelle due strade che distinguevano a Don Vincenzo: “l’interioritá” e “l’alegria” per continuare cosi ad acrescere “la passione per il bene della gioventù più bisognosa, secondo le povertà del nostro tempo, e la grande sfida a collaborare con le realtà del territorio, in particolare con le parrocchie.”