Tutto è compiuto

Gesù ha iniziato la vicenda della sua incarnazione con una consegna «Ecco, io vengo per fare o Dio la tua volontà», ed ora, prima dell’ultimo respiro, riconsegna se stesso al Padre, «Tutto è compiuto».

Parole queste, che semplicemente potevano dire che la sua vita finiva lì, in quel momento. In realtà dobbiamo intenderle nel senso che tutta la volontà del Padre è stata compiuta.

Non che il Padre volesse per suo figlio quella fine, non è questo che Gesù ha considerato come volontà del Padre. Il Padre voleva che non si risparmiasse in nulla: era venuto perché tutti avessero la vita e in abbondanza.

Per questo Gesù, entrando nel mondo, si è consegnato ed è rimasto consegnato tutta la vita al Padre, alla salvezza dell’uomo. Non si è sottratto alla tentazione di sfuggire le prove più difficili, di evitare la morte, anche se l’avrebbe potuto fare…

«Tutto è compiuto» non è lo stesso che «tutto è finito».

Oggi è consegnato al sepolcro, non alla maniera umana, ma secondo la logica del seme che muore per rinascere e moltiplicare la vita.

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