Devozioni mariane tra le Figlie dell’Oratorio

Il nostro Istituto Figlie dell’Oratorio, pur caratterizzato da profonda spiritualità mariana (come essere cristiani senza essere mariani?), non ha una «matrice» strettamente mariana, anche se il fondatore l’ha posto sin dal suo sorgere sotto la protezione della Vergine Immacolata. La devozione alla Vergine Maria, sempre molto sentita, nel tempo si è espressa ora attraverso pratiche  legate al Magistero della Chiesa, ora attraverso devozioni tipiche del contesto pastorale e popolare in cui le comunità si sono impiantate e sviluppate. La modalità di partecipazione alla vita parrocchiale in tutte le sue dimensioni dà una connotazione particolare anche alla nostra spiritualità ed è  infatti determinante  ancora ai nostri giorni.

La prima espressione della devozione mariana è la recita quotidiana del Rosario, diffusa e praticata nelle famiglie, e sempre raccomandata dalla Chiesa.

Ci sono però nelle nostre comunità altre «pratiche» personali e comunitarie, alcune ancora in vigore, altre cadute in disuso soprattutto dopo la riforma liturgica del Vaticano II o in seguito all’aggiornamento voluto dallo stesso Concilio, che ha caldeggiato di privilegiare quelle con fondamento biblico.

Considereremo nei prossimi post alcune di queste, non per compiacerci di bei ricordi, ma per recuperarne lo spirito originario: rendere un omaggio alla Vergine Maria. Sicuramente non sono le uniche e non sono così originali; ogni suora potrebbe aggiungerne di altrettante significative, queste sono quelle che raccogliamo dalla nostra memoria e dalla nostra esperienza. 

  • La solennità dell’Immacolata Concezione scelta per la professione dei voti religiosi
  • La veglia di preghiera nella notte tra il 24 e il 25 marzo, festa dell’Annunciazione di Maria.
  • La recita delle «Tre Ave Maria»
  • L’invocazione «Sub tuum presidium»
  • L’Angelus Domini

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