Don Vincenzo prete da 149 anni!

149 anni fa, il 22 maggio, don Vincenzo veniva consacrato sacerdote!

Si era preparato a questo evento grazie alla formazione teologica e spirituale del Seminario, ma anche alla preghiera e alla riflessione personali, come si può evincere dagli scritti di grande spessore che ha lasciato sul tema del sacerdozio.

Infatti, attraverso quanto scriverà negli anni successivi, quelli della maturità sacerdotale, si coglie la consapevolezza che egli aveva della grandissima dignità del sacerdozio.

Egli considera la sua vocazione primariamente come una identificazione a Gesù, e soltanto in virtù e nella misura di tale identificazione la sua missione sarà reale ed efficace.

 Anzi rimarcando che “il Prete esteriore rappresenta il Prete interiore, cioè Gesù Cristo Sacerdote” conferma che la sua missione, prima di altre opere  eccellenti, è quella di “rendere presente Gesù in mezzo al suo popolo“.

Specificando i vari aspetti della vita e missione di Gesù, don Vincenzo ritorna ripetutamente e insistentemente su uno in particolare, quello di Gesù Vittima. Per cui ricordando le parole pronunciate dal Vescovo nel giorno dell’ordinazione, egli propone a se stesso e a tutti i chiamati come lui, di avere la massima premura di rendersi conformi e di tenersi nelle disposizioni necessarie per essere, come Gesù Cristo, Vittime consumate alla gloria di Dio.

 Belle aspirazioni? Sogni di gioventù?

In parte lo erano, come succede a chi vive ad ampio respiro, ma non si esaurivano in pii desideri perché passava anche ai mezzi concreti per raggiungere questo fine: essere insensibili alle ricchezze, agli onori, ai piaceri di quaggiù, alle usanze del mondo, togliendo dalle conversazioni, dai vestiti, da tutto…, ciò che è conforme al mondo.

Un esercizio di purificazione per il quale magari non basta una vita, ma trattandosi di un processo di trasformazione, il terreno tolto a qualsiasi aspetto di mondanità, viene offerto come campo d’azione allo Spirito. Per cui, scrive don Vincenzo si arriva ad essere così annientati in se stessi e viventi in Cristo Gesù da non pensare se non a glorificare Dio ed a farlo onorare da tutti; infiammati di zelo, come Gesù Cristo, che è tutto fuoco nel SS. Sacramento”.

Un ideale di prete o un prete ideale?

Né l’uno né l’altro perché dietro a queste e ad altre espressioni della lunga «Conferenza sul Sacerdozio», dal quale sono stati presi questi stralci, si può intravvedere don Vincenzo sacerdote. Non prorompente, né banale, non protagonista della scena ma nemmeno assente o latitante: semplicemente e significativamente un prete che per tutta la vita e in ogni momento ha cercato di rimanere fedele alla dignità umano-divina che gli aveva conferito l’ordinazione sacerdotale.

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