Casa Madre in festa per il «Centenario»

Il 7 Novembre 2017 l’intera famiglia delle suore figlie dell’Oratorio si è sentita unita nella stessa gioia per fare memoria del centenario della nascita al cielo di San Vincenzo Grossi, Fondatore e Padre.

Le celebrazioni Eucaristiche svoltesi con un particolare accento di solennità, nell’arco della giornata, in Italia e nell’America Latina, sono state il più bel ringraziamento a Dio per tutto ciò che lo Spirito ha compiuto in san Vincenzo e per quanto ancora opera per mezzo del carisma trasmessoci. Papa Francesco il 18 Ottobre 2015, in occasione della canonizzazione, evidenziò che «fu sempre attento ai bisogni della sua gente e alle fragilità dei giovani», attenzione che vuole prolungarsi nella fondazione a cui ha dato vita.

A condividere questa gioia con noi suore, convenute anche dalle diverse comunità a casa madre, a Lodi, c’era il Vescovo Mons. Maurizio Malvestiti che ha presieduto l’Eucaristia, insieme ad oltre 40 sacerdoti concelebranti, seminaristi e numerosi devoti di san Vincenzo.

Nell’omelia il Vescovo ha invitato tutti i presenti «a dire grazie al Signore vicino alle reliquie del Santo: un grazie al Pastore Buono, Gesù Cristo, per questo parroco santo, immagine viva del Pastore buono, sommo ed eterno» ed ha intessuto una serie di riflessioni richiamando i punti salienti della vita di san Vincenzo.

In particolare ha sottolineato che «San Vincenzo ha saputo guardare al suo tempo con fiducia, alle opportunità che gli offriva e non soltanto agli sconvolgimenti che egli riconobbe e che oggi  si ripropongono sotto forme diverse, e lo ha fatto considerandone la complessità alla luce della divina provvidenza. Mai temette i cambiamenti ecclesiali  e sociali scorgendovi persino il dito di Dio al di là di ogni umana debolezza. San  Vincenzo fu come lo scriba evangelico che sa trarre dal tesoro della tradizione ecclesiale, quella vivente, cose nuove e antiche».

Il Vescovo, ricordando la semplicità della vita di questo sacerdote, ha voluto però precisare che non è stato insignificante perché la sua santità, se pure  poco appariscente, «parlava, affascinava, conquistava, perché il suo modello era il Buon pastore che non si esime di inoltrarsi nella valle oscura (salmo 23) del non senso per liberarne i fedeli e avvicinarli all’acqua viva che colora le stagioni più cupe con la speranza, rialzando ciascuno da ogni debolezza purché riconosciuta».

Un fascino molto semplice, spiegava il Vescovo, quello che ha esercitato san Vincenzo tra i suoi fedeli, e che si esprimeva in una vita dedicata totalmente al servizio degli altri, con una attenzione particolare ai piccoli e ai giovani ma anche ai metodisti, numerosi ed attivi nella sua parrocchia. Voleva incontrare tutti perché desiderava che comprendessero che gli stavano tutti a cuore e che amava anche quanti i canoni ecclesiastici del tempo consideravano «i separati». Fu la sua autentica carità evangelica, che nasceva da una vita donata a Cristo, a divenire più efficace delle sue parole e dei suoi gesti, perché a parlare, ad affascinare, a conquistare i fratelli, nonostante le sue debolezze e precarietà, era Cristo stesso presente ed operante in lui.

Concludendo, il Vescovo ha voluto illuminare  il riferimento importante che le suore trovano in san Filippo Neri che «Egli  aveva dato loro come chiaro modello spirituale di letizia o, come lui preferiva chiamarla, di santa giovialità», ed ha evidenziato che, se San Vincenzo fu sicuramente un missionario sotto il profilo pastorale, poté diventarlo anche «ad gentes» attraverso le sue figlie che hanno varcato l’oceano, memori di quella «via aperta» dal Signore che aveva detto  «Io sono la Via» e che lui, come fondatore, aveva indicato e sulla quale invitava a camminare.

San Vincenzo è stato ed è un dono del Signore alla Chiesa, alla nostra Congregazione e a ciascuna di noi!

A Lui siano rese grazie!

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