2 febbraio: appuntamento annuale per la giornata della Vita Consacrata!

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Per questa ricorrenza, non c’è un tema né è previsto un messaggio ufficiale. Quest’anno, nell’imminenza di questa data,la Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica ha pubblicato il volume «Per vino nuovo, otri nuovi. Dal Concilio Vaticano II la vita consacrata e le sfide ancora aperte» a cura della Libreria Editrice Vaticana.

Il testo offre degli Orientamenti frutto delle riflessioni emerse dalla Assemblea Plenaria della Congregazione e dai numerosi incontri che hanno accompagnato l’anno della vita consacrata.vino-nuovo

Nella vita consacrata c’è fermento, per il quale occorrono, però, strutture e modalità nuove perché possa esprimersi. La storia attuale, con le sue aspettative e problematiche, pone alla vita religiosa una sfida: cercare gli «otri nuovi», cioè una presenza, un linguaggio, dei segni, dei servizi, delle scelte e uno stile di vita che parlino alla gente, visibili, fuori dai recinti. Per decenni la vita comunitaria è stata protetta da certezze (clausura,  disciplina, orari…); l’impegno apostolico organizzato come un servizio qualificato all’interno delle «nostre opere». Oggi la vita religiosa è sfidata ad uscire dai propri sacri recinti, a scendere in  strada, senza privilegi  o diaframma di sorta.

Papa Francesco, religioso lui stesso, non perde occasione per indirizzare parole sempre molto chiare ai religiosi e in riferimento allo slogan che il titolo del libro riporta, chiede espressamente: «Vi siete proposti di discernere se gli otri che avete a disposizione sono adeguati a contenere il vino nuovo?» Un interrogativo che non aspetta risposte di parole, ma di fatti.lievito-naturale

Non si tratta di riaggiustare quello che non si può più aggiustare.

Dio  chiama la vita religiosa al discernimento per capire come debba stare nella storia attuale, non come una società in mezzo alla società, ma come fermento nella realtà umana.

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  1. “Non si tratta di riaggiustare quello che non si può più aggiustare”. Mi colpiscono molto queste parole. Ma c’è bisogno di consapevolezza. E’ urgente prendere atto che un certo modello di vita religiosa è giunto a esaurimento. Lo si dice da anni, non è la novità del momento. Ma quella che forse in un passato recente era solo un’intuizione, un ammonimento, oggi è divenuta realtà. E continuare a fare finta di niente, come se queste parole non fossero vere, non porterà nulla di buono, porterà a una morte sterile e fine a se stessa. Gesù non ha evitato la morte, non l’ha fuggita. Ma c’è modo e modo di morire: Gesù non è morto rassegnandosi davanti a un destino ineluttabile, non ha tirato i remi in barca e non si è chiuso in sè stesso. E’ morto donandosi, spendendosi fino in fondo, offrendo e consegnando la sua vita, giocando tutto ciò che aveva.
    Doni anche a noi di fare altrettanto.

  2. “Vino nuovo in otri nuovi”. Ma in che condizioni sono i nostri otri? Forse, avendo sprecato le opportunità offerte dal vino nuovo, non ci siamo preoccupate di vedere se gli otri erano ancora in condizioni tali da poter contenere il nuovo raccolto, le nuove sfide, affinché il profumo del vino nuovo- Buona Notizia si espandesse nel mondo. Continuo a sperare che gli appelli dello Spirito non vengano ignorati. Buona Festa della Vita Consacrata.