Maria Caccialanza «decentrata»
Nell’agosto del 1889 Maria Caccialanza da Regona (CR), dove aveva avuto inizio il nuovo progetto di don Vincenzo e dove aveva incominciato a diffondersi, viene chiamata a Ponteterra, una parrocchia del basso mantovano poco distante da Vicobellignano, la parrocchia di don Vincenzo dal 1883. Qui esercita la sua attività di maestra di cucito e tessitrice, attorniandosi di fanciulle e donne a cui trasmettere la sua arte, indispensabile all’epoca nel ménage familiare, e insieme comunicare temi di vita cristiana e principi morali.
Nulla spicca nella sua persona, come pure nella sua attività, se non la sua umiltà da intendere come semplicità, ordinarietà, riservatezza, mitezza.
Don Vincenzo nel 1895 destituendo la superiora Cipelletti che dagli inizi aveva coordinato le comunità e le suore, è consapevole che la sua decisione sarà dirompente, non tanto perché alcune suore a motivo di ciò lasceranno la piccola famiglia religiosa, ma soprattutto perché nomina come sostituta Maria Caccialanza.
Maria Caccialanza non si compiace di questa nomina, quanto piuttosto è presa dall’incertezza di saper rispondere alle urgenze e necessità dell’incarico. La scelta di don Vincenzo a suo favore suscita, infatti, perplessità nelle suore e dubbi sulle sue capacità di governo. Maria, prima e al di là di affermarsi con iniziative eclatanti, percepisce il bisogno soprattutto di acquistare la confidenza delle suore e di essere accettata per quello che è e che può offrire loro.
Nelle testimonianze delle suore che l’hanno conosciuta e che hanno vissuto con lei ritorna il racconto di gesti semplici di cordialità, di cura, di attenzione verso ciascuna di loro, molto feriali, rivestiti in modo inconfondibile da una povertà quotidiana così diffusa ma anche così integrata che faceva diventare un dono pregiato anche la frutta dell’orto raccolta sotto l’albero.
Maria Caccialanza ha scelto nel suo servizio alle suore di non essere al centro. La sua sede a Ponteterra, lontano dalle altre case, se è stato un limite o una fatica per lei, è stata anche provvidenziale perché l’ha messa sulle strade per raggiungere le comunità, anche quando il buon senso suggeriva il contrario. Le sue visite frequenti, i suoi colloqui semplici e carichi di amabilità e di rispetto sono stati la modalità caratteristica del suo servizio.
Maria Caccialanza nella storia delle origini, pur nella durata breve del suo governo o per le caratteristiche della sua persona, ha lasciato un segno che è diventata una eredità: la centralità delle relazioni illuminate dallo Spirito.