Il mondo può cambiare a partire dal cuore (Dilexit nos 5)

È difficile negare che quello attuale sia un tempo di smarrimento. Il mondo assetato e affamato di senso cerca ristoro in logiche e meccanismi perversi che anziché riempire non fanno che dilatare il vuoto che tanto spaventa. «Vedendo come si susseguono nuove guerre, con la complicità, la tolleranza o l’indifferenza di altri paesi, o con mere lotte di potere intorno a interessi di parte, viene da pensare che la società mondiale stia perdendo il cuore» (DN 22). Il successo, il possedere (non solo le cose, ma anche le persone), la forza e il potere – di cui le guerre sono l’espressione massima – sono sirene che attirano e seducono, che plasmano le nostre scelte e il nostro stile di vita e che ci illudono di «salvarci». Occorre recuperare «il volere fondamentale (con tutta la forza del cuore), che dà energia e risorse al compito di riorganizzare la vita». Riorganizzarla con altre logiche, scoprendo «un nuovo “ordinamento” della vita a partire dal cuore» (DN 24). Il Cuore di Gesù ci mostra una via altra, uno stile impostato su criteri diversi. «Solo a partire dal cuore le nostre comunità riusciranno a unire le diverse intelligenze e volontà e a pacificarle affinché lo Spirito ci guidi come rete di fratelli. Il Cuore di Cristo è estasi, è uscita, è dono, è incontro. In Lui diventiamo capaci di relazionarci in modo sano e felice e di costruire in questo mondo il Regno d’amore e di giustizia. Il nostro cuore unito a quello di Cristo è capace di questo miracolo sociale (DN 28).

La logica incarnata da Gesù è quella del servizio disinteressato, della condivisione dei pesi altrui, della solidarietà con i fratelli. È la via di Dio, fatta di amore e dono, opposta a quella dell’egoismo e della divisione.

Gesù ha detto sì ed è rimasto nel suo sì, anche quando questa fedeltà ha comportato la fatica, il dare la vita, il pagare di persona. Ha deciso di amare senza se e senza ma, e questo l’ha portato sul patibolo infame ad opera del potere del suo tempo. Non si è tirato indietro fino ad arrivare alla croce, conseguenza storica, contingente, naturale del cammino da lui intrapreso “«n direzione ostinata e contraria».

Quanto è significativo questo, soprattutto oggi, nel venir meno di tanti punti di riferimento. È importante per noi cristiani, per capire chi siamo, e per il mondo, che ha bisogno di luce, di testimonianza, di richiami a ciò che conta davvero. Oggi, nel tempo di trambusto e di cambiamento che stiamo vivendo, se abbiamo discernimento ci accorgiamo che tutto viene riportato con forza inusitata a ciò che non cambia, al fondamento. E ci vuole qualcuno che faccia vedere, che richiami, che dica che cosa può sostenerci ancora, soprattutto quando tutto crolla. E siamo grati a papa Francesco che con la Dilexit Nos ha deciso di «proporre a tutta la Chiesa un nuovo approfondimento sull’amore di Cristo rappresentato nel suo Santo Cuore. Lì possiamo trovare tutto il Vangelo, lì è sintetizzata la verità che crediamo, lì vi è ciò che adoriamo e cerchiamo nella fede, ciò di cui abbiamo più bisogno» (DN 89).

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