Ciò che tiene in piedi una vita (Dilexit nos 4)
Possiamo girarci intorno fin che si vuole. Possiamo far finta che non sia vero. Possiamo farci convincere dalle sirene odierne che ciò che conta davvero nella vita siano cose come i soldi, il successo, la carriera, il potere, il benessere. Ma basta un minimo di onestà per riconoscere che tutto questo, per quanto attraente possa essere, non ha la capacità di saziare davvero la fame di senso che ci portiamo dentro. Tutti intuiamo – anche se pochi hanno il coraggio di riconoscerlo apertamente – che abbiamo bisogno di altro e che la ragione ultima del nostro vivere in fin dei conti è l’amore. La nostra esistenza ruota attorno a quel fulcro.
Sentiamo una nostalgia infinita dell’amore, che cerchiamo di colmare in mille modi. La società del consumismo non fa altro che dirci che per essere felice devi riempirti, devi abbuffarti, ubriacarti. «Compra, accumula, ammucchia, trangugia, conquista» sono gli imperativi dominanti, che ci hanno portato a un individualismo sfrenato e a un egoismo che è causa di diseguaglianze socioeconomiche che stiamo pagando a caro prezzo. «Gli squilibri di cui soffre il mondo contemporaneo si collegano con quel più profondo squilibrio che è radicato nel cuore dell’uomo» (DN 29). Urge recuperare le ragioni del cuore, ritrovare la logica dell’amore, l’unica in grado di raggiungere le cose nel loro vero significato, il vero principio unificatore della realtà.
«Tutto è unificato nel cuore, che può essere la sede dell’amore con tutte le sue componenti spirituali, psichiche e anche fisiche. Se in esso regna l’amore, la persona raggiunge la propria identità in modo pieno e luminoso, perché ogni essere umano è stato creato anzitutto per l’amore, è fatto nelle sue fibre più profonde per amare ed essere amato» (DN 21). Il desiderio immenso di amare e di essere amati è quello che abita le profondità più nascoste di ogni esistenza. San Giovanni, nella sua prima lettera, arriva a dire che questo desiderio è l’espressione del divino che c’è in noi: «L’amore è da Dio; noi abbiamo conosciuto e creduto l’amore che Dio ha in noi. Dio è amore».
«Quando ognuno riflette, cerca, medita sul proprio essere e sulla propria identità, o analizza le questioni più alte; quando pensa al senso della propria vita e pure se cerca Dio, quand’anche provasse il gusto di aver intravisto qualcosa della verità, tutto ciò esige si trovare il suo culmine nell’amore. Amando, una persona sente di sapere perché e a che scopo vive» (DN 23). «Dentro di me – scriveva Etty Hillesum – c’è una sorgente molto profonda. E in quella sorgente c’è Dio. A volte riesco a raggiungerla, più sovente è coperta di pietra e di sabbia: allora Dio è sepolto, allora bisogna dissotterrarlo di nuovo». In Gesù questa sorgente non è soffocata, ma zampilla con forza. È l’amore che tiene in piedi la sua vita e le dona senso ed
è Lui stesso la parola d’amore definitiva di Dio. «Il suo costato trafitto è la sede dell’amore (DN 99), il suo costato aperto è sorgente di vita per quanti sono amati, è quella fonte che sazia la sete del suo popolo» (DN 101).