La mia esperienza come Figlia dell’oratorio oggi in terra Argentina, trova eco nelle tre parole dell’Istrumentum Laboris.

Riconoscere

Dopo la missione a Quito, rientrare in Argentina per iniziare una nuova Missione in Ciudad Nueva, 9 de Julio – Periferia di Buenos Aires – non è stato per niente semplice, dovevo ripartire da zero. Ciudad Nueva, il quartiere dove siamo presenti come comunità di figlie dell’Oratorio, è una realtà senza parrocchia, senza spazi per incontrarsi e senza gruppi giovanili. Desideravo inserirmi in qualcosa che ci fosse già, ma mi sentivo sperduta. Come conoscere i giovani e familiarizzare con la loro realtà? Ho cercato di mettere in atto alcune modalità ma sono fallite, questo però non mi ha bloccata. Ho capito che il posto dove trovare i ragazzi era la Scuola superiore del quartiere. Mi sono presentata al preside e lui mi ha spalancato le porte: il suo desiderio che qualcuno si potesse occupare dei ragazzi e la mia passione per i ragazzi si sono incontrate e da qui è partito tutto. Ora qualcosa di nuovo sta ascendo.   

Gli incontri  organizzati lungo l’anno scolastico su alcune problematiche che il preside mi aveva suggerito mi hanno permesso  di entrare nella loro realtà. Ho capito che riconoscersi impotenti, incapace da farcela da soli, spinge ad aprirsi alla novità e al cambio  e a creare ponti con le realtà già presenti

Occorre uscire, rompere con le strutture mentali: è tempo di comunione per essere credibili.    

Interpretare

Le tematiche su cui ho lavorato nei vari incontri con i giovani sono due: La prima dal titolo: «Mascotte, io? Sei matto!». Creare relazioni di necessità mercantilistica per briciole di affetto, compagnia ed appartenenza.  

La seconda «Rifugi». Individuare i luoghi dove fuggo dai miei problemi per evaderli.

Penso che le tematiche sono state molto mirate perché ii ragazzi si sono riconosciuti in esse, senza essere giudicati, insieme all’accoglienza e allo stare insieme gratuitamente. La fiducia che è nata in loro, è stata la porta per entrare nel loro cuore e vedere attraverso i loro occhi come interpretano la loro realtà e la vivono. Le problematiche che sono emerse da questi incontri con i giovani si possono sintetizzare così: Non trovano senso alla loro vita perché non si concedono di sognare, né osano pensare che possa esserci un futuro diverso per loro; il dolore e le cattiverie vissute nel contesto familiare e sociale li ha spenti e rinchiusi nella rassegnazione e nella sfiducia. Però in fondo cercano una speranza per ridare senso e colmare il loro vuoto. Cercano qualcuno che creda in loro perché possano vincere le loro paure e con il tempo imparare a credere in sé stessi. 

Scegliere

Il terzo passo dopo aver trovato la connessione con il loro mondo  e di avermi lasciata entrare nella loro vita, è stato il progetto di esprimere la loro storia in un testo teatrale attraverso il quale aiutarli a rileggere quello che stavano vivendo, nonostante  io non potessi parlare ancora di Dio in riferimento alla loro situazione. Il copione, insieme alle mie scelte, dovevano esprimere il richiamo dell’infinito ed oggi il teatro è diventato per questi ragazzi un cammino di pre-evangelizzazione  e desiderano condividerlo con altri giovani che si trovano nella loro stessa condizione. Vogliono trasmettere il messaggio che sempre c’è una opzione per vivere e non sopravvivere…che  si può smettere di giustificare le scelte sbagliate dando la colpa al passato e che è possibile cambiare il futuro, se vuoi

suor Gabriela Rios

Mentre pubblichiamo la condivisione che suor Gabriela ci ha inviato qualche settimana fa, il gruppo dei giovani, abilmente guidato dalla sua «regia» e soprattutto dalla sua passione educativa, ha presentato con grande successo ed emozione di tutti, l’opera di cui sr Gabriela parla nel post: «En el corazón de la battalla». Era lo spettacolo che stava preparando con i ragazzi di Ciudad Nueva (Nueve de Julio – Argentina) Le nostre congratulazioni alla sorella e ai giovani che si sono lasciati coinvolgere in questo cammino formativo. Di seguito pubblichiamo alcune foto della rappresentazione.

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