Ho in mente una immagine, che tra l’altro ci accomuna.  Quando guardiamo un film che ci attira, non  riusciamo a separare i sensi da quello che stiamo guardando. .. e così ci sentiamo anche noi protagonisti. Questa è l’immagine che viene alla mia mente come Figlia dell’Oratorio quando penso al Sinodo dei giovani. Una realtà attraente, entusiasmante, gioiosa ma alquanto difficile. Infatti,  LO STARE con i giovani, liberamente e gratuitamente per noi uomini e donne di azione ci sembra una perdita di tempo… si sta insieme a loro per qualche obiettivo, abbiamo bisogno di essere sempre produttivi e che il nostro stare comporti anche un fare.

La mia esperienza con i giovani è stata innanzitutto una esperienza di presenza. Uno stare… io non sono la suora di grandi eventi, neanche sono la suora di grandi gruppi… sono la suora di quel tu per tu necessario per creare fiducia, per instaurare dialogo, per praticare l’ascolto più che per generare parole.

Ho vissuto nella mia vita consacrata realtà giovanili molto diverse, dettate anche delle diverse situazioni socio-economiche-culturali, ma in tutte quelle realtà,  Italia-Argentina-Ecuador, LO STARE CON è stato sempre il mio movente, la mia forza, il mio impegno. I giovani hanno bisogno di punti di riferimento, hanno bisogno di sostegno, hanno bisogno di persone capaci di giocarsi il tutto per loro, e questo come Figlia dell’Oratorio mi è di stimolo ma anche di esame di coscienza. Si parla tanto dei giovani, ma… sto con loro?? Facciamo lezioni cattedratiche sui giovani, ma…. cerchiamo di capire i loro bisogni, le  ansie, le aspirazioni anche in una realtà che offre loro cosi poco ?

Pensando ai giovani penso al vangelo di  Luca 9, 46-50 “Chi accoglie questo fanciullo nel mio nome, accoglie me”… quindi valorizzare la vitalità dei giovani, è accoglierli…. Rispettare la loro creatività, è accogliergli… accoglieremo anche lo spreco di freschezza, di rischio e di valentía che loro hanno. Il Lavoris Istrumentum del Sinodo si occupa  dei giovani fra i 16 ai 25 anni. Nella mia realtà concreta a 9 de Julio, la nostra comunità si dedica a loro anche se io non mi trovo coinvolta direttamente, lo fa, e molto bene una mia consorella… Questo non ha sminuito in me Suor Bea quel desiderio profondo dello stare con loro, gratuitamente, nell’ascolto e di essere presente nelle loro realtà in continua  e veloce trasformazione.

Alle porte di questo Sinodo mi sento dire: «Suor Bea, non uccidere l’illusione dei giovani ad essere tali… accompagna, stai, ascolta e renditi conto che nei giovani non c’è mancanza di valori, non c’è autodistruzione, nei giovani c’è l’energia sincera per trovare un terreno propizio per poter fiorire».

suor Beatrice Vezzaro