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Lettera aperta a suor Federica

Argentina, 9 de Julio, 14 ottobre 2016

 Carissima suor Federica,

                                               La prima parola che mi viene in mente, dopo aver letto la tua riflessione mentre ti prepari per la tua partenza verso l’Ecuador, è «Speranza»: credere che l’impossibile possa farsi possibile, credere che può levarsi una luce così brillante da far retrocedere l’oscurità, cioè i dubbi, i timori, le paure, l’incertezza, la sfiducia che in questo momento occupano il tuo animo.

Non immaginare che questo processo possa essere come l’aurora, dove il passaggio dalla notte al giorno è graduale, quasi impercettibile e carico di poesia.nascita-e-morte È una lotta, si svolge in ogni cuore umano e non è indolore perché l’oscurità, in qualunque modo si presenti o si chiami, aspetta sempre dietro l’angolo la sua vittima per corromperne la bontà e tirare fuori le sue paure. È una battaglia continua nella quale il bene e il male, la luce e l’ oscurità, la vita e la morte si affrontano in modo inquietante. E non si può tenere il piede in due scarpe: c’è sempre una scelta di fondo da fare.Ti dico tutto questo perché nella mia esperienza di missione in terra ecuadoriana, proprio a Quito dove andrai tu, ho capito che la missione è entrare nel tempo dello Spirito, nel tempo dove l’amore che hai ricevuto si fa carne e ossa, si concretizza in te e attraverso il tuo servizio, proprio come negli Atti degli Apostoli. È l’Amore che abbiamo visto sulla Croce! Gesù di Nazareth  prende il tuo posto nella morte che toccava a te perché tu possa sentirti continuamente amata a fondo perduto, gratuitamente. Se ti senti amata così, cominci ad amare allo stesso modo, e puoi portare il peso della realtà, delle persone, delle situazioni e capire le cose che prima non capivi. crocifissione-gesuScegli di entrare nel mistero Pasquale, nella battaglia che ti accennavo prima, però senza lasciarti corrompere dall’oscurità. Potrai allora affrontare tutte le paure, anche quella della «morte», perché hai una ragione per cui vivere. Per me è stato portare i giovani di Carcelén Bajo ad incontrare il Maestro.

Un altro motivo che ti permette di stare in piede nell’oscurità è che il Maestro fa risuscitare il suo amore attraverso la vita delle persone che ami e che servi e, nel caso specifico, dei giovani. I loro gesti di generosità, di coraggio, di libertà, di amore gratuito e di tenerezza mi hanno fanno sentire, anzi, toccare con mano, che lui è l’Emmanuele, uno che sta con me, con te e non permette che l’oscurità ci converta in altra cosa che non siamo. Chi non ama non può capire questo.

Cara suor Federica

la luce e l’oscurità, il bene e il male sono lì, sempre lì, alla portata della tua mano; quello che tu scegli avrà il potere  di decidere di te  e  di quelli che amerai. Tu puoi essere quella luce che può far tornare indietro l’oscurità che minaccia la vita. Nella battaglia dell’anima, occorre scegliere. Adesso tocca te vivere il tempo dello Spirito, il tempo della concretezza dell’amore. Buona scelta! e: Buon cammino!

suor Gabriela Rios