«Alzati, ti costituisco testimone delle cose che hai visto».

A partire dall’esperienza  che ho con i giovani e leggendo il messaggio di papa Francesco per la 36ma giornata mondiale dei giovani, mi nascono spontanee due domande: Da dove si devono alzare? Di che cosa sono testimoni?

Sono testimone che la fatica maggiore e il problema  più grande dei giovani è quello di alzarsi cioè di uscire dalle situazioni in cui si trovano, cambiare atteggiamento, prospettiva, pensiero, accogliere in genere i cambiamenti, perché i cambiamenti fanno soffrire, perché ogni cambiamento è un mondo sconosciuto, nuovo, inedito che si apre davanti per ciascuno. Pertanto i giovani, ma un po’ tutti, resistiamo ai cambi perché ci strappano dal mondo che controlliamo e che dominiamo e ci vogliono portare in un altro inesplorato. Ciò che ci sfugge è che davanti al cambio ci sono due possibilità: negarlo o cambiare insieme ad esso. Ciò che non si può fare, invece, è impedire che avvenga, ostacolarlo. Il cambio ha una vita propria, e per elaborare un cambio abbiamo bisogno di vuotare la mente, di un cambio di mentalità.

È come aprire gli occhi, svegliarci al mondo dell’invisibile che noi riteniamo terribile, doloroso, sconcertante, pericoloso perché ciò che non si vede sfugge al nostro bisogno di controllo. Però, tutto ciò che è importante nella vita, è invisibile!

Dei cinque sensi,  quello che ci serve maggiormente è la vista. Tuttavia, è proprio la vista il senso che ci impedisce di vedere l’invisibile.

L’unico modo per rendere visibile l’invisibile sono i vincoli, i legami che si creano con l’altro. Normalmente si dice di credere se si vede e non il contrario, ma se c’è un vincolo con l’altro è possibile poter scoprire le cose che davvero contano nella vita, proprio attraverso la relazione.

Abbiamo paura del cambiamento eppure scappiamo dalla routine, dal quotidiano, dalla normalità della vita? Perché?

Perché riteniamo che la nostra vita sia insignificante; infatti, ciò che è semplice, piccolo, ripetuto non si percepisce e per questo vediamo necessario, prendere le distanze, uscire dai parametri normali, dalla routine, dalla normalità. Purtroppo succede che la mente sia così piena di tante informazioni che ci stiamo perdendo ciò che sta accadendo ora.

Però il cambiamento ha uno scopo: aprirci gli occhi e disporci a qualcosa di inedito, ma a che cosa? Ci vuole pronti a vivere. L’itinerario del cambiamento ci porterà a svegliarci e a scoprire l’invisibile nascosto nella ordinarietà. Ciò comporta togliere la spazzatura dalla mente, cioè ciò che impedisce di sentire e di vedere l’unica cosa importante. Ma che cosa impedisce di vedere e di sentire? Sono tutti quei pensieri che distraggono da ciò che realmente importa nel presente,  adesso e qui;  ci ossessioniamo nelle difficoltà e non apprezziamo il momento che stiamo vivendo, per considerarlo com’è, il più importante.

Credo che la nostra missione educativa sia quella di Svegliare i giovani, aiutarli ad aprire gli occhi sull’invisibile, ad accogliere il cambiamento, perchè si rendano conto che la chiave per vivere è consegnarsi al presente, darvi attenzione per non perdersi tutto ciò che sta succedendo. C’è sempre qualcosa di nuovo che sta succedendo, in questo momento, qui e ora. Nessun momento è insignificante. Quando saranno realmente qui e ora, essi si renderanno conto di ciò che sono capaci di fare e il bene che potranno fare.

«Mantieni aperta la tua mente, se vuoi vedere e raccontare ciò che hai visto».

suor Gabriela Rios