Com’era san Vincenzo Grossi?

È una delle domande che frequentemente ci vengono rivolte. Mons. Della Cioppa lo descrive così: «Questa è la figura di un parroco esemplare, santo: la sua veste era sempre pulita anche se di color verdastro per l’uso; di statura media, spalle larghe, robusto, fronte alta, occhi profondi, di poche parole, e anche quelle misurate, ma al contempo di carattere aperto, semplice ed affabile, con una andatura veloce come quella di chi ha tante cose da fare e che ha fretta di arrivare alla meta, con uno sguardo che va ben oltre l’orizzonte comune degli uomini».

Certamente mai sarà passato per la mente di don Vincenzo che dai «confini del mondo», come papa Francesco ha definito l’Argentina, avrebbero ricordato e festeggiato il centenario della sua morte; siamo certe invece che nella mente di Dio era presente da sempre questo avvenimento.

La memoria di questo centenario ha caratterizzato per tutto l’anno scolastico il cammino della comunità educativa di Caseros (Buenos Aires): suore, personale direttivo, docenti e alunni di ogni ordine e grado, per prepararci alla sua festa perché non si esaurisse solo in cerimonie celebrative ma si creasse un clima di riflessione e di confronto con il suo messaggio.

Il tema sul quale abbiamo sviluppato una serie di iniziative è stato: San Vincenzo Grossi e l’Eucarestia. Le giornate dal 27 ottobre al 4 novembre sono state caratterizzate da una parola, da un gesto e da un colore che riportiamo di seguito:

  1. L’Eucarestia è unità – costruire il puzzle con il logo dell’anno – colore: arancione.
  2. L’Eucaristia è amore – realizzare una chiave per «aprire il cuore» – colore: rosso.
  3. L’Eucarestia è dono – portare l’essenza del proprio profumo, essenza intesa come i doni che ciascuno ha – colore: violetto
  4. L’Eucarestia è appartenenza – costruire una rete annodando pezzetti di lana.. .la rete del DNA di s. Vincenzo – colore: azzurro
  5. L’Eucarestia è vita – realizzare un girasole per richiamare che Gesù è il sole della vita – color: giallo
  6. L’Eucarestia è condivisione – disegnare la chioma dell’albero della vita con l’impronta delle mani di ognuno – colore: verde

Giorno dopo giorno ci siamo preparati al 4 novembre, quando l’intera comunità educativa e quella parrocchiale ci siamo uniti per  la processione lungo le strade del quartiere con la statua del santo, conclusasi con la santa Messa. A noi si erano uniti anche i pronipoti di terza e quarta generazione di san Vincenzo, Jorge e Hèctor con le loro famiglie (le mogli Paola e Laura, la figlia Soflia e la nipotina Paola).

I giorni siuccessivi sono stati ugualmente impegnati nei festeggiamenti, in particolare il 6 novembre abbiamo coinvolto i giovani e le ragazze delle ultime tre classi delle superiori in una giornata di spiritualità, a cui sono stati invitati anche ex alunni e docenti sul tema: la mia esperienza al Colegio (scuola)«Vicente Grossi».

Il 7 novembre, festa del Santo, abbiamo invitato i cresimandi alla messa celebrata nella Cappella della Scuola e l’8 novembre ci siamo lasciati coinvolgere in un festival… di solidarietà. Insieme ad una serie di spettacoli organizzati dai dirigenti, professori e alunni, è stata fatta una raccolta di viveri a lunga scadenza che, suddivisi in 40 pacchi accompagnati da messaggi ispirati al vangelo, verranno consegnati alle famiglie che abitano in un quartiere chiamato «Fuerte Apache», per la criticità del suo tessuto sociale.

Tutte queste celebrazioni sono state animate dalla Parola di Dio, in modo particolare dalle letture del giorno della memoria di San Vincenzo Grossi: Prima Lettera di San Paolo ai Tessalonicesi: «Eravamo disposti a darvi non soltanto il vangelo di Dio, ma anche le nostre proprie vite, tanto ci eravate diventati cari!»; il Salmo 22: «Il Signore è il mio Pastore, non manco di nulla» e il Vangelo di Luca: «Rallegratevi con me, perché ho trovato la pecora perduta». Queste letture esprimono chiaramente lo spirito di San Vincenzo: desideroso di annunciare la Buona Notizia, Pastore sempre disponibile per i suoi fedeli, prete instancabile e preoccupato per tutti, soprattutto per i giovani, per i quali sentiva un amore speciale.

Abbiamo vissuto con intensità e in un clima di festa queste giornate e le emozioni sperimentate da tutti ci rimandano alle parole pronunciate da papa Francesco il giorno della canonizzazione di san Vincenzo: «Fu un parroco zelante, preoccupato per le necessità dei suoi fedeli, specialmente per le fragilità dei giovani. Distribuì a tutti con ardore il pane della Parola e fu buon samaritano per i più bisognosi».

Comunità di Caseros

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