Lo sguardo del gufo

Addio 2022! Anche tu sei giunto al termine e vai ad aggiungerti alla collana degli anni passati. Per molti non è stato facile percorrere le tue strade. Lasci strascichi scuri che sembrano voler macchiare di sconforto le pagine nuove dell’anno che verrà.

Nei tuoi primi mesi sembrava finalmente arrivato un cambio di passo, dopo le dure battute d’arresto del Covid. Ma il tempo del respiro a pieni polmoni non è arrivato. L’irrompere della guerra tra Russia e Ucraina ci ha rigettati nelle nebbie dell’incertezza. Non solo: il surriscaldamento del pianeta, i cambiamenti climatici, la crisi ambientale ed energetica, la forbice in continuo allargamento tra ricchi sempre più ricchi e poveri sempre più poveri, la repressione nel sangue dei giovani manifestanti iraniani, la corruzione dilagante… sono attentati alla speranza e alla fiducia. In un quadro così triste, è ancora possibile credere nell’umanità, vale ancora la pena impegnarsi, c’è ancora spazio per i sogni?

«Com’è difficile trovare l’alba dentro l’imbrunire», titolava una canzone di Battiato. Lo scoraggiamento è lì, sulla soglia. Sta a noi decidere se aprire la porta o se lasciarlo fuori, per far spazio a uno sguardo diverso sulle cose, sugli eventi, sulle persone. Uno sguardo lungo, profetico, che riesce ad andare oltre il presente, non per fuggirlo, ma per viverlo in pienezza. Il nuovo anno non è semplicemente iniziare di nuovo, per 365 giorni, tutte le nostre attività. Il nuovo anno ci dà ogni volta delle possibilità nuove, perché anche dentro l’oscurità e l’incertezza di questo nostro tempo continuano a nascere germogli di vita. Albert Camus scriveva: «Nel profondo dell’inverno ho finalmente imparato che c’era in me un’estate invincibile». Occorrono occhi grandi e profondi che interrogano la notte, certi che anche lei è portatrice di qualcosa. Occhi di civetta, o di gufo, che non si spaventano del buio, che non si addormentano e che sanno che, come dice Ermes Ronchi, «la notte è amica delle nascite». 

 

Buon anno! 

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