La visita di Erode

Con voce melliflua, Erode disse ai magi che anche lui avrebbe voluto avere il piacere di andare a far visita al nuovo re, appena nato.

«Tenetemi aggiornato. Sarà per me un  onore conoscerlo», furono le ultime parole che rivolse loro, ma essi intuirono che erano come armi già puntate sul  bambino.

Erode li osservò da dietro la tenda, mentre si allontanavano dal palazzo, le sue mani stringevano l’impugnatura del coltello che portava sempre nascosto nella cintura.

«E questo piccolo re, adesso da dove sbuca? Le profezie…non sono che bla bla bla di vecchi veggenti!».

Però non riusciva a distogliere il pensiero. Doveva trattenersi ancora un po’ di tempo in città finché non si fosse concluso il censimento per assicurare i Romani che tutto si svolgeva secondo le regole. Poi sarebbe andato di persona a Betlemme non certo per conoscere il sedicente re, ma per mettere fuori campo questo pretendente,  anche a costo di eliminarlo fisicamente. Un bambino in meno non avrebbe compromesso niente!

Le procedure del censimento durarono più del previsto e quando Erode fu libero dagli impegni amministrativi, la rabbia gli era cresciuta in corpo perché i magi anziché informarlo del bambino, era spariti dalla circolazione, prima che le sue guardie potessero intercettarli.

L’operazione assunse il carattere di una azione militare secondo le regole anche se l’informazione ufficiale era di una visita.

Betlemme era la meta, ma anche le zone limitrofe, dove erano stati costruiti alloggi provvisori per chi aveva viaggiato e dove qualcuno si era trattenuto più del previsto.

La consegna segreta ai soldati era di eliminare i bambini fino ai due anni. I militari inorridirono pensando alle loro famiglie, ai loro figli, ma non c’era spazio per alcuna obiezione. Erode non era in assetto  militare, ma vestiva le vesti del visitatore. Quando entrò in quella che doveva essere stata la presunta abitazione del re neonato, si rese conto che era stata abbandonata da tempo. Con un salto fu sulla piccola culla e incominciò a sferrare colpi e colpi di coltello su un piccolo re immaginario. Quel gesto diede il via ad una carneficina.

La visita di Erode si trasformò in una strage, lui e i suoi soldati seminarono disperazione e morte.

Si racconta di lui che fino alla fine dei suoi giorni, sentì risuonare senza sosta nelle sue orecchie il grido delle madri a cui erano stati uccisi i figli.

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