Alma Redemptoris Mater

 

 

Santa Madre del Redentore,
porta dei cieli, stella del mare,
soccorri il tuo popolo che anela a risorgere.
Tu che accogliendo il saluto dell’angelo,
nello stupore di tutto il creato,
hai generato il tuo Creatore, madre sempre vergine,
pietà di noi peccatori.

 

Don Vincenzo intonava questa antifona mariana in latino accompagnato dall’organo e i fedeli che avevano partecipato alla messa, si univano a Lui. Non ne sapevano di latino, ma quello era comprensibile, meglio intuibile più dalla loro fede che dalle loro orecchie.
La parola Alma aveva il sapore di una lode, di una esaltazione, di una invocazione accorata perché era inscindibile da Madre! Madre, prima del Redentore e quindi di riflesso, come un rimando, madre nostra.
Conoscevano anche le altre antifone mariane, ma questa aveva un linguaggio per loro familiare. Alcune invocazioni le ritrovavano nelle Litanie: Porta del cielo, stella del mare, soccorso dei deboli, madre del creatore, madre sempre vergine…
Maria, tanto grande senza sembrare una «dea», contemporaneamente tanto vicina e tanto lontana per la quale lo stesso creato si illumina di stupore, ispirava la loro preghiera, le loro invocazioni.
Madre sempre vergine, una contraddizione di termini ma che in Lei si illuminano a vicenda, grandezza della gratuità di Dio che fa possibile ciò che la ragione non immagina neppure.
Alma…tutta santa, madre del Redentore, ma attenta e compassionevole per ciascuna creatura, che a lei si rivolge, e che pur considerandosi personalmente peccatore, è da lei ritenuto un “figlio” di cui prendersi cura.
Soprattutto le madri cantavano, e alla melodia e alle parole univano il cuore, l’anima, la vita e a don Vincenzo sembrava che quel canto fosse una consegna a Maria di tutte le loro speranze e attese.
E silenziosamente concludeva tra sé e sé: Così sia per ciascuna di loro!

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